Alla ricerca del forum perduto

Posts written by Vivanco.

view post Posted: 21/10/2017, 17:02 Spigolature laiche - Sono incredulo e me ne vanto

LO STATO DELLA LAICITÀ IN ITALIA

di Dagoberto Frattaroli


L’Italia secondo un principio riconosciuto dalla Corte Costituzionale e apparentemente accettato da tutti sarebbe uno stato laico. Ma la laicità non è un concetto assoluto. E’ una condizione variabile e cambia da Stato a Stato e se negli altri paesi la laicità ha registrato negli ultimi anni significativi passi avanti, in Italia si è andato a rilento accumulando un ritardo rispetto all’Europa.

Ma vediamo in concreto che cosa è stato fatto e cosa ancora rimane da fare.

Gli obiettivi che i sostenitori della laicità si erano proposti di realizzare consistevano ne:

. il riconoscimento delle unioni civili, sia etero che omo;
. la riduzione dei tempi necessari per la separazione ed il divorzio;
. il riconoscimento delle direttive anticipate di fine vita, altrimenti conosciuto come diritto al testamento biologico;
. l’introduzione di meccanismi che consentissero la piena e libera esplicazione della legge 194/1978 in materia di interruzione volontaria di gravidanza;
. la regolamentazione del fine vita volontario;
. la revisione del meccanismo dell’8 per mille.

Sono state approvate le norme sul divorzio breve senza soverchi problemi parlamentari e anche le norme sulle unioni civili, dopo un travagliatissimo iter, hanno visto la luce seppur in forma mutilata rispetto agli intenti dei promotori.

Le note positive si fermano qui.

Non sono stati fatti progressi sul riconoscimento delle direttive anticipate di fine vita ossia sul testamento biologico. Sull’argomento abbiamo assistito in passato alla presentazione di proposte di legge che proponevano soluzioni riduttive e penalizzanti, ma tenendo conto dei numerosi progetti giacenti in Parlamento è stata elaborata una proposta di mediazione più equilibrata, approvata da un solo ramo del Parlamento, permangono comunque alcune ambiguità che la rendono insoddisfacente. C’è da dire che la materia continua a vedersi parzialmente riconosciuta da molte amministrazioni locali e di questo stato di fatto dovrà tenere conto la futura legge.

Non è stato fatto granché nemmeno per eliminare o ridurre il fenomeno della obiezione di coscienza dei medici ginecologi riguardo alla interruzione di gravidanza che tanti e crescenti disagi sta causando alle donne che si trovano nella necessità di ricorrere all’aborto. L’obiezione aveva un senso per quei medici già presenti in ospedale al momento dell’approvazione della legge, perché sarebbero stati altrimenti costretti a praticare un’attività sino ad allora non contemplata dalla pratica medica della loro specializzazione, ma non si capisce perché ancora oggi deve continuare ad essere consentita l’obiezione per i medici assunti successivamente alla introduzione della legge che sono ben consapevoli della loro futura attività nelle strutture pubbliche.

Se la dichiarazione anticipate di trattamento navigano in acque tempestose, cozza contro un totale ostracismo ogni tentativo di introdurre forme regolamentari del fine vita volontario, sia esso nella forma di suicidio assistito, che di eutanasia passiva o attiva. Sono presenti in Parlamento tredici disegni di legge sull’argomento e una proposta di legge di iniziativa popolare firmata da 67.000 cittadini raccolte con la partecipazione di alcune associazioni laiche e atee. Dopo una prima riunione della Commissione parlamentare per l’esame della materia e l’elaborazione di un testo condiviso, non si è più andati avanti. La proposta di riforma costituzionale bocciata dal referendum del 4 dicembre 2016 prevedeva che le leggi di iniziativa popolare avrebbero dovuto essere esaminate dal Parlamento obbligatoriamente e in tempi definiti. Ma la norma non è stata introdotta e la proposta popolare non avrà ancora una volta seguito.

Ne’ c’è da credere che l’attuale governo e Parlamento ormai in fase di chiusura avranno la volontà, la capacità e la forza di spingere su un argomento così divisivo. Anche se la maggioranza dei cittadini si è espressa più volte per una regolamentazione del fine vita, c’è da pensare che il loro peso numerico non conterà molto davanti al fronte religioso il cui presunto primato morale ancora ispira riverenza e soggezione.

Per quanto riguarda l’ultimo argomento laico, ossia quello della revisione del meccanismo dell’8 per mille, più volte sollecitata anche dalla Corte dei Conti, ogni modifica non potrà che comportare un ridimensionamento del contributo assegnato alle diverse religioni riconosciute, prima tra tutte quella cattolica che incassa quasi il 90% del contributo complessivo. La revisione dell’8 per mille è uno dei punti contenuti nella legge delega conferita al Governo per la riforma fiscale ma per porre mano ad un simile argomento occorrerebbe un Parlamento con forte maggioranza laica, ma non è la situazione attuale dell’Italia. Non ci sembra che questo Governo di transizione né questo Parlamento abbiano la capacità di portare avanti una riforma di simile portata, anche perché ormai ne mancano i tempi.

Tutto è rinviato al 2018 e oltre. Forse molto oltre.

www.civiltalaica.it

view post Posted: 14/10/2017, 08:11 Quel gran genio di Michele Serra! - Cultura
Votare sotto ipnosi?

CON largo anticipo rispetto ad altre vigilie, si comincia già adesso a chiedersi per chi diavolo si potrà votare senza poi perdere il sonno per il rimorso. In genere questo presagio (sbagliare voto; oppure sprecarlo) cominciava a manifestarsi a poche settimane dalle elezioni. Ora è già vivo, precocissimo, mesi prima della fatidica domenica, grazie al gramo spettacolo parlamentare e allo sgangherato contrappunto che ne fa la piazza di fronte. E chi rifugge dall’astensionismo come da una malattia si domanda come diavolo fare, questa volta, per non ammalarsi, per non disertare un’occasione che fu per tanti, in gioventù, festosa e doverosa al tempo stesso.
Votare sotto ipnosi? Sotto narcosi? Su suggerimento dello psicoterapeuta, che ben conosce i danni prodotti dalla rinuncia alla responsabilità? Votare sotto dettatura, chiedendo dove mettere la croce a un consigliere autorevole, come facevano le vecchine democristiane sollecitate dal parroco? Votare con la macchina del tempo, fingendo che esista ancora la meccanica (celeste) che legava ogni elettore al suo Partito? Votare per pietà, per soccorrevole disposizione nei confronti degli ultimi, che in questa fase storica sono certamente i partiti che annaspano a bordo della legislatura come i naufraghi del Medusa?


(Michele Serra)
view post Posted: 21/9/2017, 15:13 Natura a Taranto - Società, Scienza e Tecnologia

“La bellezza chiama bellezza”

L’impegno del Comune di Taranto per l’oasi La Vela



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L’assessore all’ambiente Rocco De Franchi col dirigente del settore Alessandro De Roma e i referenti del WWF di Taranto hanno effettuato un sopralluogo all’ Oasi Palude La Vela dopo l’incendio doloso del 5 luglio scorso. Con l’occasione hanno visitato il 65′ deposito del’Areonautica militare, un enorme sito militare prospiciente al secondo seno del mar piccolo immerso in una meravigliosa pineta. La base è in dismissione entro il 2018.

“E’ intento dell’Amministrazione Melucci – dice l’assessore – rivitalizzare e rendere maggiormente fruibile l’oasi nel rispetto della fauna presente e dell’eco sistema prevedendo anche di ampliare l’oasi inglobando alcune aree che l’Areonautica militare cederebbe gratuitamente. Poiché la bellezza chiama bellezza – continua De Franchi – con l’aiuto delle associazioni e aprendo al privato intelligente, questa area potrebbe diventare il centro di wellness e fitness più importante del sud Italia, incastonato com’è in una zona che dal punto di vista geologico è un unicum che ospita adesso centinaia tra aironi, fenicotteri e altre specie simili”.

www.inchiostroverde.it

view post Posted: 10/9/2017, 09:52 Patrizia Todisco ti voglio bene! - Politica

Ilva protagonista alla Fiera del Levante.

Emiliano: “Decarbonizzarla”.

Gentiloni: “Sarà ecocompatibile”


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Stiamo rendendo l’Ilva di Taranto compatibile con l’ambiente. Lo so che è una sfida“. Così il premier Paolo Gentiloni nell’intervento con il quale ha aperto ufficialmente la 81ma edizione della Fiera del Levante di Bari, rispondendo al governatore della Puglia, Michele Emiliano, che in precedenza aveva insistito sulla necessità di decarbonizzare lo stabilimento siderurgico, criticando il fatto che nell’assegnazione dell’Ilva al nuovo acquirente non fosse presente questo aspetto.

Si dovrà studiare il costo dei processi industriali avendo riguardo non solo al costo dei consueti fattori della produzione, ma anche al costo di smaltimento o di salute dei modelli produttivi – ha detto Emiliano -. Se, come è ormai inconfutabile in letteratura, un processo industriale produce, ad esempio, PM10 che innalza la mortalità e la morbilità per le malattie cardiovascolari e respiratorie, occorrerà calcolare il danno così inferto alla singola vita umana ed al sistema sanitario nel suo complesso almeno fino quando la legge non vieterà questi processi. Il che ci auguriamo avvenga al più presto“.

La legge pugliese sulla valutazione preventiva del danno sanitario, che è pacificamente applicabile per tutti gli stabilimenti industriali pugliesi, dovrà essere applicata ovunque e a chiunque senza deroghe per nessuno – ha proseguito il governatore pugliese -. Il processo di decarbonizzazione messo a punto dalla Regione Puglia è una cosa seria e mira ad eliminare totalmente il carbone dalle nostre produzione il più in fretta possibile. Persino Papa Francesco mi ha invitato presso la santa Sede per descrivergli le nostre intenzioni e il nostro piano ed abbiamo scoperto di essere perfettamente allineati al Suo pensiero. Il Piano è stato condiviso con l’Organizzazione Mondiale della Sanità e mira ad abbattere gli altissimi livelli di emissioni di Co2 e di diossine determinati soprattutto dall’Ilva di Taranto che per quanto diminuite nell’ultimo periodo a causa del dimezzamento produttivo” ha detto ancora.

Il Comune di Taranto e la Regione Puglia e tutte le associazioni ambientaliste in questa ottica hanno duramente contestato il piano ambientale presentato dagli acquirenti ILVA nelle note depositate dopo che la Regione Puglia aveva richiesto invano, nello scorso gennaio, il riesame dell’Autorizzazione integrata ambientale chiedendo di rivedere i limiti emissivi del PM10 in modo tale da assicurare un impatto sanitario sostenibile – ha sottolineato Emiliano -. Eppure in sede europea la Commissione competente contesta all’Italia testualmente “la cattiva applicazione della direttiva relativa alla qualità dell’aria ambiente – Superamento dei valori limite di PM10”. Per la “Puglia–Zona industriale” la Commissione aggiunge che la risposta alla costituzione in mora del Governo “non contiene informazioni relative alla revisione delle pertinenti autorizzazioni. Come a dire: che aspettate a ridimensionare la principale fonte di emissione nonostante il superamento dei valori limite del PM10?“.

Decarbonizzare l’Ilva costituirebbe ‘ipso facto’ la chiusura delle procedure di infrazione di tutta l’Italia per il superamento del Pm10, ma nonostante la Regione Puglia insista da tempo in questa direzione si è persino evitato di inserire la decarbonizzazione tra le condizioni imposte agli acquirenti Ilva. Anzi questi ultimi posticipano in modo inaccettabile persino la copertura dei parchi minerari“, aveva detto poco prima il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. “E se a causa del mancato adempimento delle prescrizioni ambientali (dell’Ilva) non si riuscisse a tenere aperta la fabbrica?“, si è chiesto il governatore. “E se così si ottenesse l’agognato obiettivo di tanti di chiudere uno dei pochi concorrenti europei dell’acquirente dell’Ilva, visto peraltro che questo già sfiora la soglia produttiva massima prevista dalle quote europee dopo le quali non resta che la dismissione di uno o più stabilimenti? I parchi minerari, che riversano sui tetti del quartiere Tamburi (di Taranto) tonnellate di polveri all’anno e tutte le incongruità del piano ambientale che abbiamo segnalato, saranno infatti per noi come la linea del Piave“.

www.corriereditaranto.it





QUANDO DALLE TANTE PAROLE

SI PASSERA' AI FATTI CONCRETI? (ndr)

view post Posted: 10/9/2017, 09:38 Lo ha detto proprio lui/lei - Politica
"Se la bambina ha fatto i 10 vaccini e poi è morta occorre accertare se essi siano stati la causa della morte"
(così si esprime il giudice Fernando Imposimato in merito alla bambina morta di malaria in Italia. Il giudice Imposimato è quello che il Movimento Cinque Stelle avrebbe voluto Presidente della Repubblica e che, su Facebook, ha alimentato questa audio-bufala circolata parecchio negli ultimi giorni)
view post Posted: 8/6/2017, 11:01 Patrizia Todisco ti voglio bene! - Politica

DOPPIA FACCIA

Il ciarlatano sa sempre
come girare il discorso a proprio favore.

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Roberto Mangosi

view post Posted: 8/6/2017, 10:51 Edoardo Baraldi - Fuoriclasse

LEGGE ELETTORALE

Grillo si tiene l'ultima parola
Sospetti e sfiducia sulla legge elettorale
alla Camera, tra assenti e franchi tiratori.

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www.flickr.com/photos/edoardobaraldi/35027844961/

view post Posted: 8/6/2017, 10:48 Quel gran genio di Michele Serra! - Cultura
L'esiziale Trump in Medio Oriente

DATO l’eccesso di dietrologi e complottisti in attività permanente, non saremo noi a stabilire un nesso certo tra il viaggio di Trump a Riad e il repentino precipitare della situazione in Medio Oriente. Ma la tentazione di farlo è fortissima. Quasi irresistibile. Se i cento miliardi di dollari in armamenti portati in dono ai sauditi servivano, nelle intenzioni, a consolidare un’alleanza già abbondantemente comperata in precedenza, sono invece serviti a svendere una politica, quella di Obama, che puntava sull’Iran sciita come possibile elemento di equilibrio e argine al terrorismo.
Appena decollato l’aereo di Donald, ecco l’indicazione del Qatar come capro espiatorio e complice dell’Iran, ecco gli attacchi dell’Isis a Teheran. Una temperatura già rovente diventa incandescente.
Il passaggio di Trump in Medio Oriente richiama quello di Mister Magoo in una strada affollata: dopo di lui la catastrofe, ma il simpatico vecchietto ipovedente non se ne accorge. Trump, a differenza di Magoo, non è neanche simpatico. Un’altra differenza sostanziale è che non è un cartoon, anche se lo sembra, ma il presidente degli Stati Uniti. Circostanza che continua a sembrarci incredibile; e potenzialmente esiziale.


(Michele Serra)
view post Posted: 17/3/2017, 19:45 Quel gran genio di Michele Serra! - Cultura
Grillo, l'irresponsabile

LA LINEA di difesa di Grillo («non è responsabile del suo blog») è in linea con i tempi. Li riassume bene, come è giusto che sia per un leader così di tendenza. Grillo «non è responsabile» perché nessuno degli oneri del vecchio mondo politico-mediatico è riproponibile: la rete, così come la modellano i suoi più disinvolti e forse più autentici interpreti, produce profitti ma non ha editori, convoglia miliardi di parole e opere ma misconosce il diritto d’autore, pullula di pubblicità occulta ma senza il filtro di alcuna authority, solleva tremende tempeste verbali ma ricusa i vincoli legali ed etici fin qui noti (la calunnia, il falso, la violazione della privacy).
Onori senza oneri; libertà senza responsabilità: una vera pacchia per i più forti. Attribuire un’accusa di corruzione, scritta da una singola mano ma diluita in una specie di voce collettiva, alla «libera circolazione di notizie», è un artificio politico molto classico e molto “partitico”: non prendetevela con me, è l’Idea che parla. Peccato che lo status di “cittadino”, così fondante nella vicenda grillina, ne esca a pezzi: il cittadino ha un nome e un cognome, è il solo autentico depositario dei diritti e dei doveri. Senza deleghe. Mettendoci la faccia. Magari se ci mettesse anche la firma, come facciamo da sempre noi pennivendoli della casta...


(Michele Serra)
view post Posted: 14/3/2017, 16:57 Francesco Merlo - Fuoriclasse
MATTEO, IL TROLLEY E L’OMBRA DI GRAMSCI

di Francesco Merlo

TORINO
MA ANCHE se davvero Torino, il Lingotto e la Madonna degli scout e poi le primarie e la parola “compagno” riuscissero nel miracolo di liberarlo dall’identità del bullo fighetto è impossibile che Matteo Renzi diventi l’erede di Gramsci, «di quel tipo strano e riservato / con l’aria da sbandato» che, tanto per restare nel pop preistorico, cantava Claudio Lolli, «quello con la testa grossa / e il freddo nelle ossa».
LA VERITÀ è che il “chiodo” mariadefilippiano, ormai solo ideologico, riemerge più vero della gobba gramsciana posticcia quando dice “dobbiamo recuperare la parola compagno che deriva dal latino ‘cum panis’ ”. Ma solo con i superlativi – “straordinario”, “superpieno”, “siamo un popolo senza paura” – riesce a scaldare una sala dimessa, un festa malinconica “contro la povertà e contro l’ingiustizia”, “contro le diseguaglianze e contro il populismo”. Compagni?
La fabbrica verticale, che gli operai chiamavano “cassa da morto”, è sì un ritorno a casa per il Pd, ma non è la sua casa. Qui non c’è la storia della sua leadership, qui Renzi non rincasa e non si accasa nell’appartenenza tra compagni. Al contrario per lui il Lingotto era stato caseggiato e casamento dei pregiudizi più arcaici della sinistra, la casamatta dei baroni rossi che aveva rottamato, dei compagni appunto che in eterno succedevano a se stessi e alla cui memoria invece oggi si consegna prigioniero, cercando, anche lui, di succedere a stesso. “Erede – dice- ma non reduce”.
La rottamazione ha cambiato verso e sono state abbandonate, come il relitto della Concordia, Rignano e Pontassieve che custodivano la sua idea di nazione. Era la provincia di papà Tiziano e dei suoi traffici che, pur innocenti, sono il sottosuolo economico da impresa che sempre sogna di sfuggire ai piccoli destini localistici. La filosofia che si intuisce è ancora quella delle furbizie familiari di paese, il Giglio Magico come l’aia di un umile commercio.
E però l’ospite d’onore del Lingotto è Tommaso Nugnes, figlio di Giorgio, l’assessore suicida a Napoli; per malagiustizia, dice e pure per malo giornalismo. A 46 anni, con la sua bella faccia da “compagno” del sud papà si infilava nei blocchi stradali e nei cortei anti spazzatura, in mezzo alla plebe in cerca d’autore, quartiere Pianura, quello della discarica, che nella geografia della monnezza italiana è come la Comune di Parigi.
In questi cortei nel Sud sfilano fianco a fianco gli scalmanati e i sindaci, gli studenti dei centri sociali e i fascisti di An, e ancora quelli come Nugnes – il Pd con la rabbia – che trovano nello spasmo degli eventi la ragione di sentirsi vivi. E sempre ci sono i camorristi che in questi cortei portano la violenza degli uccellacci sugli uccellini. Accusato anche di complicità con la camorra, Nugnes ebbe il coraggio – perché ci vuole coraggio- di infilare la testa in una corda fatta a cappio e appendersi sotto la scala.
Il suicidio non è prova di innocenza né di colpevolezza, rivela un carattere ma non risarcisce. E però questa è una storia da Lingotto, la sola storia che piacerebbe al compagno Gramsci. Ma c’entra davvero qualcosa con Lotti e con il papà di Renzi, con il toscanaccio traffichino che si sente sapiente di vita, una specie di lupo di Wall Street in versione Valdarno, un Madoff di paese con il figlio di successo?
Torino e il Lingotto sono invece il mondo, la città vitale e forse la più riflessiva d’Italia. E dunque non gli consentono di abusare dei simboli della modernità. Qui solitamente si maneggiano libri, il twitter è disprezzato come populista, l’iPhone arranca, ci sarà un nuovo web –annunzia Renzi – “che avrà il nome Bob”, e chissà perché quando dice Kennedy lo applaudono di passione invece di sorridere.
E poi, tra gli strumenti dell’ambizione esibita, c’è ora il trolley che è l’onnipresente nuovo logo del renzismo, domina gli schermi verdi, è il viaggio veloce, l’esserci e il non esserci, ma con le ruote del bagaglio a mano. Il trolley lo fai e lo disfi, e qualche volta lo perdi, ma come si perdono i D’Alema e non come si perde la fede; come si perdono i simboli, e mai la decenza che rischia di travolgere il fido Lotti, al di la delle responsabilità penali, che qui non ci interessano.
Sconfitto e bastonato, riempie il Lingotto di assenze, dal Ponte di Messina alla rinascita di Bagnoli, due simboli su cui da sempre si accanisce solo la progettazione, e poi la scuola incattivita, e l’arcaico mondo cum panis della Camusso. E tra i fantasmi di combattimento c’è, su tutti, il sistema maggioritario che il referendum non ha benedetto. Sono le chimere che hanno fatto volare l’Italia?
Dunque il Lingotto oggi è il tempio dei magnifici fallimenti, anche se cantano gli U2 e i Muse con Baglioni, Brunori sas e persino Domenico Modugno, musica da arredamento, futuro dietro la spalle ,come i compagni che al Lingotto parlavano difficile di valore-lavoro e uomo massa . E’ la musica da trolley appunto che si sente ma non si ascolta, musica “to be played at minimun volume”. Lo stesso volume minimo che, nello spazio, deve occupare il trolley per non finire in stiva, il peso leggero dei bagagli che si possono perdere, come le chiavi, che qui sono parole-chiavi: “la povertà”, “il lavoro”, “la salute”, ma anche “l’identità” e “il dolce patriottismo di sinistra” . Sono le stesse di Veltroni che dieci anni fa scelse il Lingotto come fonte battesimale del neonato partito, e Renzi lo saluta, lo fa amare, lo vorrebbe presidente onorario Bibì senza Bibò, un Valter senza Massimo, il suo gemello rivale che si è liberato di Renzi, ha detto, “come ci si libera di un cerotto, uno strappo che fa male, ma poi dà sollievo”. E non sarebbe nulla questa piccola scissione dei palindromi (Dp ex Pd) se non fosse che è andato via, con loro, il codice cum panis dei nemici fraterni: abbracci e coltelli. Ebbene, mai Renzi nomina D’Alema, ma gli dà del rancoroso, vantandosi, al contrario, di portare con eleganza le proprie ferite.
Mai erano stati così scoperti gli odi dei guelfi bianchi e dei guelfi neri, che sono, comunque le si guardi, perdite secche di competenze vere (Prodi, Letta, D’Alema, Bersani, lo stesso Veltroni) nulla rispetto alle epurazioni fascistoidi di Grillo, una bestemmia politica per chi vuole essere l’erede del tempo in cui il rispetto dell’etichetta tra compagni velava perché valeva più dell’avversione.
E se non dovesse bastare, se dovessero farcela quegli altri, Orlando, Emiliano e, all’orizzonte, Beppe Grillo, c’è il ripiego di vita che Renzi illustra così: “scrivo un libro” e “insegnerò in una piccola ma prestigiosa università” che è la Stanford di Firenze, seminari sull’Europa. Per ora “dobbiamo ripartire da Gramsci” ribadisce lo stratega bocconiano Tommaso Nannicini che guiderà la squadra dei professori: Claudia Mancina, Mauro Magatti, Massimo Recalcati “che dirigerà una scuola di formazione che vi prego di non chiamare Frattocchie”. E ancora Michele Salvati, e poi Franco Cassano, Biagio De Giovanni e Beppe Vacca, vale a dire i quaderni dal carcere appunto, quelli che Gramsci scrisse e anche quelli che non scrisse, il provinciale Gramsci che da Ales si impose a Torino e al Lingotto, perché, come cantano Beppe Vacca e Claudio Lolli: ”il giorno che arrivò in città / fresco dalla Sardegna / per fare l’università / c’aveva già lui la faccia di chi c’insegna”.
E però anche nel Lingotto di Veltroni, Gramsci era preistoria, e forse erano già tic linguistici le parole nazionalpopolare, egemonia culturale e intellettuale organico (che a Sciascia sapeva di concime ).
E poi c’è Grillo, il vero nemico contro cui si sta allenando. Contro lui ha scelto il Lingotto, contro il reddito di cittadinanza che “sarebbe un nuovo assistenzialismo”, “contro la paura e l’odio che fomenta”. Grillo e Renzi si inseguono e si mordono da tanti anni ormai. Ma si sa che il più bel duello è quello mancato; quando i duellanti, antagonisti e solidali, hanno bisogno di odiarsi per vivere, e ciascuno promette di distruggere l’altro per costruire se stesso.

Il blog di Francesco Merlo
view post Posted: 12/3/2017, 17:38 Pianeti, pianetini e pianetoidi - Società, Scienza e Tecnologia

Pan


Cassini rileva la strana forma a “tortellino” della luna di Saturno.


Conoscete la luna Pan?
È un piccolo satellite naturale di Saturno, anzi il più interno nel sistema di lune del sesto pianeta del Sistema solare.
In queste ultime settimane, grazie alle sue orbite strette, la sonda Cassini è riuscita a raccogliere immagini degli anelli di Saturno con un dettaglio senza precedenti.

L’immagina è stata scattata il 7 marzo 2017, dalla sonda Cassini della NASA. Il flyby aveva una distanza ravvicinata, appena 24,572 chilometri.

Pan orbita in apparenza da sola attorno al pianeta gigante all’interno della divisione di Encke, nell’anello A di Saturno.

Mai nome fu più appropriato, infatti Pan, il cui nome deriva dal greco paein, cioè “pascolare” è un satellite pastore, ovvero un satellite naturale che con la sua particolare orbita in prossimità di un anello planetario, contribuisce a mantenerlo stabile pur modificandone la forma e l’estensione attraverso meccanismi di interazione gravitazionale. D’altronde la stessa ninfa Driope, madre del dio greco Pan, secondo il mito fuggì terrorizzata alla sua nascita per l’aspetto deforme del figlio. Non sarà a causa della sua bruttezza, ma anche la luna che ne porta il nome orbita sola intorno a Saturno, provocando l’allontanamento di tutti i corpuscoli che si trovino nel campo di azione della sua orbita.


Con i suoi 28 chilometri di diametro Pan mantiene la divisione libera da particelle ghiacciate, spingendole indietro verso gli anelli quando se ne allontanano. Gli scienziati oggi ritengono che si inneschi un processo simile nei dischi protoplanetari (strutture discoidali di gas, polveri e ghiaccio in orbita attorno ad una stella o, più spesso, ad una protostella) dai quali hanno origine i pianeti.

Con la sua gravità crea inoltre delle vere e proprie onde tra gli anelli A e B causate dalla risonanza della sua orbita con le particelle.

La sonda Cassini, in orbita intorno a Saturno da più di 12 anni, si appresta a completare il suo ultimo anno di missione. Il 15 settembre 2017 compirà (per mancanza di carburante) una drammatica caduta nell’atmosfera del gigante disintegrandosi al suo interno.

Attualmente Cassini è nel pieno della sua penultima missione, che prevede 20 orbite ravvicinate, a sfiorare il bordo esterno del sistema di anelli. A partire dal 26 aprile, la sonda entrerà nella sua fase finale, durante la quale percorrerà 22 orbite ancora più strette, infilandosi nello spazio che separa tra loro gli anelli e il pianeta.



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