Alla ricerca del forum perduto

Posts written by Vivanco.

view post Posted: 23/6/2016, 09:25 Quel gran genio di Michele Serra! - Cultura
Il PD di fronte alle ultime elezioni

MENTRE il mondo intero saluta con la dovuta meraviglia la giovane donna meritatamente eletta nuovo sindaco di Roma, il Pd è costretto a parlare di se stesso, chissà se con i toni ringhiosi degli ultimi mesi o con quel briciolo di umanità in più che i rovesci della vita a volte riescono a regalare. Erano elezioni amministrative e dunque non è il governo che le ha perdute: Renzi non deve dimettersi da presidente del Consiglio. Ma è il Pd che ha perduto queste elezioni: Renzi dovrebbe dimettersi da segretario del Pd e trovare un successore che faccia quel lavoro (duro e appassionante) a tempo pieno.
Più di un anno fa Fabrizio Barca e il suo gruppo di lavoro (con il pieno appoggio del commissario del Pd romano, il renziano Orfini) fecero un’analisi approfondita e spietata dello stato del partito nella capitale.
Un quarto delle sezioni andrebbe chiuso, disse Barca, perché sono semplici tesserifici, piccoli centri di potere, non più ricettori delle istanze dei cittadini. E un partito che non è più dei cittadini smette di essere un partito. Se io fossi Renzi ripartirei esattamente da lì. Proporrei alla minoranza il nome di Barca; e pregherei Barca, se ne avesse ancora tempo e voglia, di prendere in mano il Pd. Ma non sono Renzi, e non ho mai capito niente di politica.


(Michele Serra)
view post Posted: 11/6/2016, 09:40 Quel gran genio di Michele Serra! - Cultura
L'impareggiabile leggerezza della politica

LA SCHIUMANTE lite tra grillini e pidì (lenzuolate di insulti e di “ahahahaha!” di scherno on line; strilli e gestacci in Parlamento) non è più arbitrabile, nel senso che niente e nessuno è in grado di ricondurre la discussione alla civiltà, magari addirittura alla realtà. Per non essere reticenti, è obbligatorio ricordare che l’insulto sparato in faccia al nemico fu l’incipit politico di Grillo, che ha dato un impareggiabile contributo a degradare ulteriormente (e non era facile) la parola politica in Italia. Ben più stringato di Lutero e delle sue novantacinque tesi, gli bastò affiggere, sulla porta della Polis, un solo vaffanculo. Questo per la cronaca, e per quel poco che vale la cronaca in mezzo alle urla strozzate.
Avrei comunque una mediazione (seria) da suggerire. Metterei a confronto il sindaco di Lodi Uggetti (Pd, inquisito e incarcerato per avere orientato, senza lucro personale, l’appalto per una piscina comunale) e il sindaco di Parma Pizzarotti (Cinquestelle, due avvisi di garanzia, uno per le nomine al Regio uno per omesso allarme durante la scorsa alluvione). Li farei parlare del loro mestiere. Di quanto la politica praticata, e non cliccata dalle tifoserie comodamente stravaccate dietro un video, sia faticosa, piena di trappole burocratiche e legali. Loro due, sicuramente, non sarebbero così idioti e vili da rinfacciarsi gli avvisi di garanzia piantandoli come banderillas sul groppone del nemico.


(Michele Serra)
view post Posted: 11/6/2016, 09:36 Edoardo Baraldi - Fuoriclasse

FESTA DELL'UNITA'

Bersani e Renzi litigano sulle Feste dell'Unità:
"Non sono una campagna per il Sì"

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www.flickr.com/photos/edoardobaraldi/26968915393/

view post Posted: 30/5/2016, 16:41 Verità per Giulio Regeni! - Politica

Egitto, continuano repressioni e morti sospette

ma sul caso Regeni sta calando il silenzio

di Antonella Napoli

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Nel giorno in cui ricorreva il quarto mese dalla scomparsa di Giulio Regeni al Cairo, ritrovato morto il 3 febbraio con evidenti segni di tortura sul corpo, in un commissariato di Al Wayli, ad ovest della capitale egiziana, un uomo sotto la custodia della polizia moriva senza un apparente spiegazione. A raccontarlo oggi il quotidiano locale indipendente “Al Masry el Youm”, secondo cui l’uomo, di cui non sono state diffuse le generalità, sarebbe stato percosso a morte. Una fonte della sicurezza interna aveva riferito in un primo momento che il prigioniero era deceduto in seguito ad un arresto cardiaco nell’ospedale di Dar al Shefaa, nel distretto di Abbasyia. Ma il referto medico rileverebbe segni di percosse e di torture. La procura del Cairo occidentale, nel frattempo, ha ordinato che il corpo resti all’obitorio in attesa di ulteriori esami. Un video divenuto virale su siti web e sui social network mostra alcuni agenti mentre colpiscono l’uomo, di circa 50-60 anni, e suo figlio prima di portarli all’interno della stazione di polizia.

Si sente il giovane che grida “Non avete alcun mandato di arresto. Perché lo state portando via? Oh infedeli” e subito dopo si vedono gli agenti ammanettare anche lui per poi trascinare via entrambi. Secondo il giornale che ha pubblicato la notizia, l’arresto sarebbe avvenuto per una contesa su una proprietà edile. Inevitabile pensare oggi, nonostante le differenze del caso, al trattamento riservato al ricercatore italiano arrestato e ucciso per cause non ancora accertate. Ma sulla matrice del delitto non ci sono grandi dubbi. Almeno per Amnesty International, Human rights watch e altre organizzazioni per i diritti umani che ritengono Regeni vittima di apparati dei servizi che abitualmente usano la tortura nelle carceri e nelle stazioni di polizia egiziana.

Sul caso si è espresso nelle ultime ore il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Paolo Gentiloni il quale ha assicurato che nell’ultimo periodo c’è stata una ripresa di contatti delle autorità del Cairo con la Procura di Roma, garantendo che l’Italia avrebbe deciso il da farsi “anche sulla base dello sviluppo di questa collaborazione”.
Ci vorranno ancora un paio di settimane per avere una traduzione completa degli atti trasmessi dall’Egitto in merito alla morte di Giulio Regeni.
Da piazzale Clodio non escludono che possano essere inoltrate nuove richieste. Chi indaga nella Capitale ribadisce che spetta agli egiziani svolgere accertamenti e verifiche sul campo.
Allo stato della rogatoria avviata il 14 aprile finora non è arrivato tutto il materiale annunciato, ma solo i “due terzi”. Molti dei documenti sono, inoltre, manoscritti in arabo degli interrogatori condotti dalla polizia del Cairo. Nel carteggio sono anche presenti i tabulati dei controlli del traffico telefonico nella zona in cui era scomparso Regenj e i referti della autopsia eseguita sul corpo del giovane e sui cinque presunti banditi, uccisi dalla polizia durante un tentativo di arresto, che potrebbero aver avuto a che fare con la sua morte.
Nonostante le pressioni dei mesi scorsi del governo italiano, arrivato a richiamare l’ambasciatore italiano in Egitto per consultazioni, gli egiziani non hanno mai dimostrato di avere l’intenzione di fornire una ricostruzione credibile di quanto avvenuto al nostro connazionale.
Anzi, chiunque abbia tentato di far luce sul caso ha subito ritorsioni ed è finito in carcere, come nel caso di Ahmed Abdallah, presidente della Commissione per i diritti umani e consulente della famiglia Regeni.
Ma il regime non si è limitato a questo. Nei giorni scorsi sono stati arrestati svariati giornalisti locali e anche colleghi stranieri sono stati fermati dalla polizia per poter essere costretti a lasciare il paese. Ad altri è stato invece negato a priori il visto. Come nel caso di Remy Pigaglio, per il quale Reporter senza frontiere è intervenuta per chiedere al Cairo le ragioni per le quali è stato impedito l’ingresso nel paese al giornalista francese.
Per la responsabile di Rsf in Medio Oriente, Alexandra El Khazen, le circostanze fanno pensare che sia in atto un tentativo di intimidazione nei confronti di tutti i corrispondenti stranieri al Cairo.

“Si tratta di un segnale molto preoccupante per i media stranieri, per non dire altro” ha dichiarato la Khazen.
Reporter senza frontiere ha ricordato che Pigaglio, che ha lavorato in Egitto dal 2014, è tornato nel paese il 23 maggio dopo una vacanza in Francia e aveva un visto valido e credenziali di stampa.
Passaporto e telefono di Pigaglio sono stati confiscati al suo arrivo in aeroporto dalla polizia anti-immigrazione.
Prima che il suo telefono fosse preso era però riuscito a inviare un messaggio a colleghi al Cairo per riferire quello che stava accadendo. Il giornalista è stato trattenuto in aeroporto per 30 ore senza essere ascoltato e senza ricevere spiegazioni per il trattamento che gli era stato riservato per poi essere rispedito nel suo Paese. Nonostante l’intervento dell’ambasciata francese non è stato possibile impedire il rimpatrio.

www.articolo21.org

view post Posted: 17/5/2016, 11:26 Edoardo Baraldi - Fuoriclasse

BAGNASCO

La Cei va all’attacco della legge sulle unioni civili

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www.flickr.com/photos/edoardobaraldi/26973956232/

view post Posted: 17/5/2016, 11:24 Non avrai altro Grillo all'infuori di me - Una risata li seppellirà

MOVIMENTO

POLVERE DI 5 STELLE -
DI MAIO: “PIZZAROTTI? NON HO IL POTERE
DI DECIDERE SOSPENSIONI,
È BEPPE IL GARANTE DEL MOVIMENTO"

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Edoardo Baraldi

view post Posted: 17/5/2016, 11:17 Patrizia Todisco ti voglio bene! - Politica

Ilva, comincia il processo –

In aula anche il presidente della Regione Michele Emiliano




TARANTO – E’ iniziato da poco, nell’aula Alessandrini della Corte d’Assise di Taranto, il processo per il presunto disastro ambientale causato dall’Ilva. Nel video l’arrivo del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano insieme al neo procuratore capo di Taranto Carlo Maria Capristo. Alla sbarra 44 persone fisiche e tre società. Tra gli imputati ci sono i fratelli Fabio e Nicola Riva, della proprietà Ilva (oggi in amministrazione straordinaria), l’ex governatore della Puglia, Nichi Vendola, il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, l’ex presidente della Provincia Gianni Florido, l’expresidente dell’Ilva Bruno Ferrante, e il deputato di Sel (ex assessore regionale) Nicola Fratoianni. Circa mille le parti civili. Intanto, ieri, la sezione distaccata di Taranto della Corte d’Appello di Lecce ha dichiarato inammissibile, per carenza di documentazione, l’istanza di ricusazione presentata dall’ex assessore provinciale all’Ambiente Michele Conserva (Pd) nei confronti del presidente della Corte d’Assise, Michele Petrangelo.

www.inchiostroverde.it

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