Alla ricerca del forum perduto

Quel gran genio di Michele Serra!

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Gilberte
view post Posted on 15/5/2013, 19:12




cacchio come condivido! -_-
 
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view post Posted on 16/5/2013, 10:06
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Già, anche se le verità amare non sono facili da digerire. <_<
 
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view post Posted on 24/5/2013, 08:23
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Franceschini e il moralismo grillesco

C'è davvero qualcosa di sconquassato nell'etica pubblica italiana. Sembra scomparsa ogni traccia di comune sentire, si confondono il micro e il macro, la pagliuzza e la trave, si denunciano minuzie con gravità scespiriana, si archiviano vergogne epocali come il conflitto di interessi.
Un esempio di tanta confusione: nel blog di Grillo viene messo alla berlina Dario Franceschini per avere invitato alcuni amici, con un sms, a votare per la sua compagna, candidata alle elezioni romane. Francamente, e con tutto il rispetto per quanto di utile può portare con sé il moralismo grillesco: ma da quando in qua spedire dal proprio telefono e a proprie spese una manciata di sms ad amici e conoscenti chiedendo di votare la propria compagna (o moglie o amica o marito o amico o zio o cugino o chiunque lecitamente partecipi a un'elezione) sarebbe disdicevole o scorretto? A quelli del Pd, in questo periodo, ci sono miriadi di cosacce da rinfacciare (vedi la vicenda Penati); ma per solide ragioni politiche, mica per belinate di questo genere. Puntare il dito contro "la casta" anche quando di castale non c'è un bel nulla è diseducativo. Ed è un favore oggettivo alla casta, che può sempre alzare le spalle e dire: "e questa, scusate, sarebbe un'accusa?".


(MIchele Serra)
 
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view post Posted on 6/6/2013, 15:51
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Il sensazionale responso del popolo del web

Il telegiornale più fazioso è il Tg4, Bruno Vespa è il conduttore di talk show più schierato. È il sensazionale responso del "popolo del web", chiamato ad esprimersi sul blog di Grillo allo scopo di fare (finalmente!) chiarezza sulla faziosità dei media. Prima di questa storica assemblea digitale, eravamo tutti convinti che il tigì 4 fosse preso a modello dalla Bbc, che Bruno Vespa fosse il maestro della Gabanelli, che Berlusconi non avesse tre reti nazionali, che la Rai non fosse in mano ai partiti, che i media italiani stillassero libertà e coraggio da ogni poro.
Mettiamola così: di molte sgradevoli questioni italiane eravamo già al corrente in parecchi, prima che Grillo e i suoi webbers venissero a spiegarcele. Nostro grave torto, semmai, è non essere riusciti a risolverle, quelle questioni. E dunque non è alla loro rivelazione (per giunta urlata) che si è interessati.
Semmai alla loro soluzione, anche parziale, anche modesta.
È tradizione della peggiore sinistra mobilitarsi con propositi palingenetici, e minacciare sfracelli, per poi concludere che il mondo è incurabile e conviene ritirarsi e giocare alle bocce.
Eravamo capaci anche da soli. Anche prima del web.


(Michele Serra)


Edited by bergotte - 6/6/2013, 18:48
 
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view post Posted on 9/6/2013, 16:59
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Gli occupanti abusivi della Rai

Il nuovo presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai Roberto Fico (M5S), appena eletto, ha detto che "bisogna staccare la politica dalla Rai". È una frase lodevole; ma udita, prima che lui la pronunciasse, qualche milione di volte. Ci riuscisse davvero, bisognerà commissionare una sua statua equestre, con lo spadino sguainato in segno di vittoria, da esporre in molteplice copia in ogni significativa piazza del Paese. Ma temo non ci riuscirà; perché la stessa arma che egli oggi impugna con tanti buoni propositi, la Commissione parlamentare di vigilanza, è uno strumento perverso, da sempre usato per controllare la Rai per conto dei partiti, non certo per tutelarla dai partiti. È stata spesso, quella Commissione, la sede occhiuta alla quale politici impermaliti e governanti prepotenti hanno chiesto vendetta e sollecitato censura. La sua stessa composizione (lottizzata al milligrammo tra i partiti) è garanzia solo per i partiti medesimi. Per invertire la tendenza, il presidente Fico dovrebbe riuscire a mutare la ragione e lo spirito della sua Commissione, facendo notare che vigilare "sulla Rai" può anche voler dire, incredibile ma vero, proteggerne l'autonomia professionale e difenderla dai suoi occupanti abusivi.

(Michele Serra)
 
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view post Posted on 14/6/2013, 11:48
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Il finto solidarismo in tempi di crisi

Il famoso "orlo del baratro" sul quale siamo sospesi fino dai primi giorni del governo Monti (fino a un attimo prima, sotto Berlusconi, come ricorderete vigeva la prosperità e i ristoranti erano pieni) è forse la figura retorica più utilizzata del Paese. Ma anche la più vaga, almeno fino al momento preciso in cui l'orlo non si consumi, e il baratro ci si spalanchi effettivamente sotto i piedi. Con un'ulteriore precisazione: che non tutti i piedi paiono essere ugualmente pericolanti, perché c'è chi dal baratro sembra a debita distanza (magari lo sorvola in elicottero) e chi c'è già caduto in pieno,e da tempo (esodati, licenziati, disoccupati eccetera).
E dunque, a ben vedere, non è il baratro a rendere sospetta, e ormai stucchevole, la metafora. È il verbo "siamo", la prima persona plurale, un finto unanimismo che è anche finto solidarismo, "siamo tutti sulla stessa barca" e non è vero. Anche il rinnovamento metaforico proposto dal sindacalista Bonanni - "siamo al limite del collasso" - per quanto lodevole, perché cerca la variazione sul tema, ha lo stesso difetto. "Siamo" chi? L'evasore con i quattrini all'estero tanto quanto il borsista precario? Il classismo è una vecchia categoria; ma è perfino più vecchia e risaputa l'ipocrisia.

(Michele Serra)
 
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view post Posted on 21/6/2013, 20:08
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Grillo il Gran Visir di Bangalore

Il "processo" alla traditrice Gambaro è stato, per il Movimento Cinquestelle, una tale catastrofe mediatica, politica, culturale e (non da ultimo) umana, che si stenta a credere sia davvero avvenuto: in quella forma e con quelle parole. Rispetto alla "vecchia politica" è mancata l'ipocrisia, ma perfino questo apparente pregio diventa un difetto se si considera che, levato quel velo pietoso, rimangono soprattutto rudezza e animosità.
Non bastasse questo desolante bilancio è arrivato poi il suggello, oramai conclamatamente ridicolo, dell'affidamento "alla Rete" del giudizio finale. Credo che anche la casalinga di Voghera (e il cittadino di Rieti, e la cittadina di Enna) abbia da tempo capito che non è "la Rete" a decidere alcunché (e come potrebbe? si tratta di un paio di miliardi di anime digitanti...); è una ristretta tribù, ben selezionata e ben difesa, che si muove attorno a Grillo e Casaleggio e si è autonominata "Rete" per antonomasia, come se io decidessi di essere il Gran Visir di Bangalore. È un gran peccato, tutto questo. Dà voce ai cinici e ai conservatori, convinti che in politica il "nuovo" possa essere addirittura peggiore del vecchio.


(Michele Serra)
 
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view post Posted on 27/6/2013, 16:49
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Giuliano Ferrara e la dismisura patologica di Berlusconi

Non è necessario essere Giuliano Ferrara per capire che, nel brogliaccio giudiziario e politico che ruota attorno alle "cene eleganti", c'è anche una componente di moralismo. Ma è indispensabile non essere Giuliano Ferrara per capire che non sono gli svaghi erotici di Berlusconi a interessare (anche giudiziariamente) la società italiana; è la complessiva, spaventevole dismisura nel suo rapporto con le leggi, con i limiti del potere, con i media, con le femmine, con i soldi, con le Questure, con la vecchiaia, con il calcio, con la calvizie e perfino con l'elemosina.
Chi ama Berlusconi lo ama perché considera la sua dismisura traboccante di vitalità e di umanità, e socialmente esemplare perché contagiosa; chi lo detesta, lo detesta perché considera quella dismisura patologica, socialmente tossica e "vitale" quanto può essere vitale il terrore della vecchiaia, della debolezza e infine della morte. È inutile, caro Ferrara, dopo tutti questi anni, continuare a discutere di ciò che, da una parte e dall'altra, è evidentemente indiscutibile: a te risulta sano e ammirevole (simpatico!) ciò che a me pare malato e triste. Non cercare di convincerci che è per triste moralismo che il tuo amico ci sta sui corbelli: siamo almeno altrettanto allegri quanto Berlusconi crede di essere.


(Michele Serra)
 
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view post Posted on 29/6/2013, 17:24
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Lacrime di comunità

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A cosa servono le lacrime del calciatore del Palermo Fabrizio Miccoli, versate in pubblico per scusarsi di alcune stupide frasi su Falcone? Servono a molto. Servono a farci capire che le parole hanno ancora un peso (perfino quelle scritte sui giornali). Che l'indignazione non è sempre sprecata, anche in una città abituata quasi a tutto, come Palermo. Che per quanto impigrita o stordita dal continuo rumore di fondo, la società mediatica è ancora capace di un qualche discernimento, di un qualche criterio di giudizio, e non tutto passa senza traccia, né senza dolore. Che siamo dunque, nonostante tutto, ancora una comunità.
Se ne è reso conto, per primo, lo stesso Miccoli. Che non ha sorvolato o minimizzato - come parecchi suoi colleghi, per leggerezza più che per dolo, usano fare- ma siè dispiaciuto, e ci ha pensato sopra. Non è il caso di fare ricami deamicissiani, sulle parole cattive che diventano un'occasione di redenzione. Ma non è nemmeno il caso di essere cinici, o sprezzanti. Che abbia pianto per puro spavento o anche per coscienza recuperata, solo Miccoli può saperlo. Conta molto, però, che non abbia schivato l'incidente. Che abbia ritenuto grave ciò che anche per molti palermitani era grave. Che si sia sentito, insomma, parte della sua comunità.


(Michele Serra)
 
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view post Posted on 7/7/2013, 16:31
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Felici e cretini

È difficile farsi una ragione di come lo strepitoso disincanto dei romani lasci il posto, quando si parla di calcio, a una suscettibilità nevrastenica. Credo che nemmeno in Sudamerica esista una capitale nella quale decine di radio private parlano tutto il santo giorno di pallone, con toni tra l'estaticoe il minaccioso, come tante Radiomarie che consacrano le loro giaculatorie alle due fedi locali, giallorossae biancazzurra, senza mai chiedersi se ne vale la pena.
L'ultimo ridicolo episodio riguarda (anche per sua responsabilità) Antonello Venditti, colpevole di avere detto che la Roma lo ha deluso, errore grave in una città dove il calcio è sacro come le mucche in India. Le budella romaniste si sono attorcigliate per lo sdegno, striscioni sovreccitati sono stati appesi sotto casa sua, polemiche sbracate hanno percorso l'Urbe. Pare che sia in discussione (addirittura!) la legittimità dell'esecuzione di "Grazie Roma" all'Olimpico. Non vorrei buttare benzina sul fuoco: ma in effetti, "Grazie Roma"è una canzone troppo bella per essere l'inno di una squadra. Gli inni delle squadre di calcio (a partire da quello, veramente orribile, della mia Inter) devono essere, per definizione, goffe marcette con un testo sciocco. Così che ognuno si ricordi, sempre, che il tifo ci rende felici e cretini. Non ha altro compito. Felici e cretini.

(Michele Serra)
 
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view post Posted on 13/7/2013, 18:03
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Torniamo quasi subito

Nel convulso pomeriggio della serrata di Montecitorio (onde permettere al Pdl di riunirsi per decidere se imbracciare i fucili o telefonare a Ghedini) il capogruppo del Pd, Zanda, ha detto più o meno così: è del tutto impensabile che il Parlamento possa sospendere i suoi lavori. Dunque li sospendiamo solo per qualche oretta. Dev'essere del Pd - ho pensato - un elettrauto del mio paese che quando va a bere il caffè, nel dubbio di essere troppo perentorio, espone il mirabile cartello "torno quasi subito".
Si capisce che fare il capogruppo del Pd non è un lavoro facile. Diciamo, però, che Zanda ci aggiunge del suo. Una volta enunciato un princìpio, renderlo elastico non è facile come tirare la pasta sfoglia. Dire che il Parlamento non può tirare giù la serranda come fosse un ortofrutta e aggiungere un secondo dopo che dopotutto si tratta sì di una chiusura, ma piccolina, equivale a non avere ascoltato quello che la propria stessa bocca ha appena detto. Ovvero: Zanda, in una manciata di secondi, ci ha fatto capire che quando si dice che il Pd è dilaniato al proprio interno non ci si riferisce tanto alle correnti, quanto a ogni suo singolo membro.


(Michele Serra)
 
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view post Posted on 22/7/2013, 10:36
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La paura del Pd

Non credo che il Pd abbia salvato Alfano (e il governo Letta) "per le poltrone", come si sente dire in rete. C'è una malattia forse peggiore del potere, dentro la sinistra italiana, ed è la paura. Quella forma specifica di paura che è la paura di non essere all'altezza, di essere inadeguati, di sbagliare la mossa, di rischiare a viso aperto. Mai una volta che si provi a fare o a dire la cosa giusta senza chiedersi, trepidanti, quali saranno le conseguenze, chi ti sgriderà (per esempio il Colle, che nella nostra democrazia ha il ruolo del Padre), chi sarà scontento di te e te lo farà osservare, mettendoti in crisi.
È tipica del non-adulto, questa esitazione imbronciata, come se le spalle non fossero mai abbastanza larghe da sopportare il peso delle conseguenze. Ma le conseguenze ci sono poi lo stesso. Anche le conseguenze del non fare, del non dire, del non scegliere. Si perde piano piano fiducia, si perde sicurezza, stima di sé.
Nella scena finale dell' Attimo fuggente di Peter Weir gli alunni di una classe si trovano costrettia scegliere, in pochi decisivi istanti, se salire in piedi sul banco, e ribellandosi diventare grandi, o rimanere seduti a capo chino, come bambini impauriti. È solo un film. Ma è un bellissimo film.


(Michele Serra)
 
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view post Posted on 2/9/2013, 15:15
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Berlusconi e la sua sconcia claque
(ovvero "L'apologo del lupo e dell'agnello")


Vent'anni fa si spariva dalla vita politica per un avviso di garanzia. Oggi nemmeno una condanna in Cassazione viene considerata quanto basta (e avanza) per levarsi di torno. È questo vero e proprio precipizio a descrivere meglio di ogni altra cosa il male profondo che Berlusconi e la sua sconcia claque hanno fatto all'Italia e agli italiani.
Così, mentre Luciano Violante - per fortuna a nome personale - e Mario Monti, con accenti non dissimili, giustificano eventuali cavilli per non trarre le ovvie conseguenze dalla condanna di Berlusconi, si ripensa alla vicenda di Josefa Idem, della quale nessuno parla più perché a nessuno conviene parlarne. Si è dimessa per una multa da tremila euro, come era doveroso fare e come ha fatto. Ha pagato un prezzo pieno per un errore che, al cospetto della fedina penale di Berlusconi, è meno di zero. Le hanno dato addosso, anche insultandola, molti dei farisei che oggi considerano del tutto normale che Berlusconi continui a fare politica e non decada da senatore. Siamo, e da un bel pezzo, dentro l'apologo del lupo e dell'agnello. Con il lupo che fa la vittima, e l'agnello già mangiato e digerito da un paese smemorato, ipnotizzato, incapace di ritrovare il bandolo della propria dignità.


(Michele Serra)
 
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view post Posted on 4/9/2013, 15:19
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La surrealtà politica italiana

Qualche lettore mi rimprovera di avere scritto, più di un anno fa, che Berlusconi era finito. Vero, mi sono sbagliato. Ma invoco attenuanti non generiche. Neppure la più lugubre delle Cassandre avrebbe potuto prevedere che alla catastrofe elettorale di B. (oltre sei milioni di voti perduti rispetto alle precedenti politiche) avrebbe corrisposto la sciagurata spaccatura del Parlamento in altri due tronconi entrambi opposti alla destra, ma tra loro ostili: centrosinistra e Cinquestelle. Né era possibile immaginare il contorto espediente delle "larghe intese", che ha mutato la doppia sconfitta di Pdl e Pd in una vittoria a tavolino.
Ma soprattutto: chi poteva mai prevedere il pazzesco dibattito in corso sull' "agibilità politica" di un condannato per frode fiscale? Come dice Zagrebelsky, sugli interessi politici può esserci mediazione, sui principi ultimi no. La decadenza di B. è un puro dato di fatto; e invece è diventato argomento di dibattito. Il Parlamento non è un quarto grado di giudizio; eppure rischia di esserlo. In sostanza: ho creduto che B. fosse finito perché lo era. La sua sopravvivenza "per altre vie" fa parte della surrealtà italiana. Imprevedibile, come ogni vera disgrazia.


(Michele Serra)
 
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255 replies since 24/1/2013, 19:02   1440 views
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