Alla ricerca del forum perduto

Quel gran genio di Michele Serra!

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view post Posted on 2/3/2013, 10:50
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Il mito della purezza perde anche i migliori

Quando si dice che questo voto stravolgerà tutto e tutti, si dice davvero: tutto e tutti. Comprese le Cinque Stelle, che in poche convulse mosse, in pochi difficili giorni saranno costrette a capire molto della propria natura e del proprio futuro. Capire in primo luogo se sono in grado di inverare il loro mito fondante, quello della democrazia autoconvocata, oppure se devono figurare come una docile armata compattamente a disposizione del suo capo e creatore. In poche parole: come si prendono le decisioni, là dentro? Decidono solo Grilloe Casalegno? Decidono-o decideranno- gli eletti? Esistono o esisteranno forme e luoghi di decisione collettiva, sia pure in qualche arcana forma webbica? Ove decidesse solo Grillo, neanche il Pcus funzionava così, e il "nuovo" prenderebbe sembianze ben sinistre. Con i voti, milioni di voti, usati come fiches nelle mani di un giocatore di poker. Si guarda a quel potente grumo di pulsioni politiche e sociali con giustificata ansia, e un misto di diffidenza, interesse, paura, speranza. Il timore è che la gente di quel movimento confonda ogni parola esterna con un'intrusione, ogni contatto con una contaminazione. Il mito della purezza perde anche i migliori.

(Michele Serra)
 
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view post Posted on 6/3/2013, 16:01
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Responsabilità e misura

Quanto vale, in questo marzo italiano così stravolto, l’invito del capo dello Stato a “responsabilità e misura”? Vale come il richiamo di un padre rispettato oppure come l’estremo appello di un potere assediato, quello della Repubblica così come la conosciamo, fondata sui partiti, sulla concertazione politica? Grave domanda in un momento grave, nel quale le stesse parole, gli stessi comportamenti, le stesse persone che fino a dieci giorni fa avevano un peso, e un significato, oggi ne hanno un altro, o più altri. Ci si parla, ci si telefona, e ognuno chiede all’altro che accadrà, e cosa pensa, se esiste un bene comune visibile, perseguibile, o solamente mali minori. Se se ne esce: e come. Forse solamente negli anni tremendi del terrorismo e della prigionia di Moro ho avvertito, nelle conversazioni, la stessa ansia e lo stesso smarrimento. Ma allora erano la morte e il sangue a tingere la scena, oggi no, e questo (specie per chi ha vissuto quegli anni) segna parecchi a punti a favore dell’oggi. Nella crisi di oggi molte certezze si sfarinano non sotto i colpi della violenza, ma sotto i colpi del tempo, soprattutto del tempo perduto senza scegliere, senza decidere, senza cambiare. Il tempo è un giudice meno cruento, ma molto più definitivo.

(Michele Serra)
 
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view post Posted on 12/3/2013, 15:08
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La democrazia è un lusso

Il dolore popolare per la morte di Chávez non è finto, non è indotto. È autentico, travolgente dolore devozionale che presto avrà sbocco attorno alla reliquia imbalsamata del Santo, al quale chiedere protezione e sollievo dalle tribolazioni della vita. La salma di Khomeini fu quasi travolta da una folla impazzita d’amore. La mummia di Lenin è stata, per almeno tre generazioni di russi e di asiatici, meta di un infinito pellegrinaggio.
Facciamo benissimo a chiamare dittatori i dittatori, a diffidare delle adunate oceaniche, a dire che la libertà di pensiero e di critica non è mai abbastanza. Ma spesso ci tocca prendere atto che la democrazia è un lusso che si impara a scuola (chi ci va) o in famiglia (chi ne ha una di liberi pensatori). La democrazia non accende lo spirito come le rivoluzioni, non è innervata di sangue e passione come il Culto del Capo. La democrazia è gentile ed è mediocre, e fa del limite il suo solo vero dogma: non per caso, nessun leader democratico è mai stato imbalsamato dopo la sua morte. A pensarci bene, però, anche la democrazia ha fatto un miracolo: è riuscita a esistere, e considerando come funziona la psicologia di massa, non era affatto scontato.

(Michele Serra)
 
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view post Posted on 14/3/2013, 11:03
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I sovversivi

Senza volerlo, il party abusivo del centrodestra nel Palazzo di Giustizia di Milano può dare un piccolo grande aiuto al dibattito in corso sull'uso migliore (o meno peggiore) di questa legislatura. Chi avesse ancora qualche dubbio, nel centrosinistra, su chi sono i sovversivi in questo Paese, può toglierselo: i sovversivi sono i pretoriani di un leader plurinquisito, plurimputato, condannato per avere comperato sentenze e accusato di avere corrotto membri del Parlamento. Il picchetto berlusconiano sulla scalinata bianca del Palazzo milanese sembra, vent'anni dopo Tangentopoli, l'immagine stessa della Restaurazione: a dover temere le monetine degli intemperanti, questa volta, sono i giudici.
Si presume che nel partito di Bersani e Renzi eventuali supporter di un "governissimo" si sentano indeboliti dal truce spettacolo milanese: non è solo l'elettorato, sono la decenza e il buon senso a suggerire di abbandonare Berlusconi e i berlusconiani al loro destino di dissoluzione, in attesa che (tra un anno? un secolo? nella quarta dimensione?) nasca perfino in Italia una destra legalitaria e fedele alla Costituzione, che possa definirsi "moderata" senza far ridere gli astanti.


(Michele Serra)
 
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view post Posted on 21/3/2013, 16:13
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Un problema di democrazia

Ha perfettamente ragione chi sostiene che la sostanziale esclusione del centrodestra (otto milioni di voti) dai giochi politici in corso è un problema di democrazia. Ma non è alla democrazia e alle sue regole che il problema va imputato. Un leader multiprocessato e multinquisito non è ordinaria amministrazione: è un'emergenza morale e politica, che si somma, tra l'altro, alla piaga incancrenita di un conflitto di interessi abnorme, che solo i disinformati e i faziosi sono riusciti, per quasi vent'anni, a mettere tra parentesi.
A parte le sue petulanti pretoriane e il povero Alfano, gli unici che vanno in televisione a difenderlo, nessuna persona di buon senso può non vedere l'oggettiva catastrofe in atto: centrodestra al suo minimo storico dal 1945 a oggi, e con un leader che appare, più che impresentabile, inverosimile, totalmente screditato nel mondo, come sa bene ogni italiano che abbia mai messo il naso fuori dai confini. Possibile che, di fronte a un problema di rappresentanza così evidente, così irrisolto, così grave, nel centrodestra si continui ad accusare il mondo cattivo di persecuzione senza rendersi conto che si tratta di un caso classico di masochismo politico? Quanti Tafazzi ci sono, anche a destra?


(Michele Serra)
 
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view post Posted on 24/3/2013, 09:03
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Nello stato d'animo entusiasta tipico dei movimenti nascenti la realtà è spesso di puro impiccio

Da un gruppo politico che fa le pulci all'universo mondo («è ora di resocontare anche le caramelle»), non ci si aspetterebbe l'ostinata contraffazione numerica che ancora ieri la capogruppo, signora Lombardi, ha ribadito dopo il colloquio al Quirinale: chiediamo l'incarico perché abbiamo avuto più voti degli altri. Con affabilità non formale, e pur sapendo che non è questo il punto determinante nell'attuale sconquasso politico, ripetiamo anche noi: Pd 8.932.523 voti, M5S 8.784.499 (alla Camera; al Senato il distacco è di quasi un milione e mezzo di voti in favore del Pd). Dati definitivi del Viminale, comprensivi del voto degli italiani all'estero.
Davvero non si capisce per quale puerile impuntatura un movimento nato per rivoluzionare la politica e sbugiardare l'ipocrisia dei partiti sia così affezionato a un dato sbagliato.
Ben altre sarebbero le ragioni per le quali Grillo può chiedere che l'incarico sia dato ai suoi: sono una novità politica dirompente, pur non essendo il loro simbolo il più votato. Dubitiamo, però, che questo rilievo (ormai reiterato su parecchi mediae sul web) sia accolto dai portavoce delle Cinque Stelle: nello stato d'animo entusiasta tipico dei movimenti nascenti, la realtà è spesso di puro impiccio.


(Michele Serra)
 
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view post Posted on 28/3/2013, 17:22
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Era solo una provocazione

Bisogna dire grazie al sindaco leghista di Diano Marina, che sulla sua paginetta Facebook ipotizza di "buttare in mare un indiano al giorno" se la giustizia indiana tratterà male i due marò italiani. Bisogna ringraziarlo perché in giorni come questi, confusi, incerti, senza un governo e con la prospettiva di un futuro gramo, rischiamo di dimenticarci da quali bassezze e da quali umiliazioni siamo appena sortiti, come Paese e come popolo. Ci siamo lasciati alle spalle (o almeno così speriamo) Borghezio che disinfetta i vagoni dove viaggiano le nigeriane, Berlusconi che fa le corna nei summit mondiali, Bossi che promette pallottole ai giudici e minaccia di "andare a prendere casa per casa" i nemici della Lega, un Parlamento spergiuro che vota un ordine del giorno secondo il quale la ragazzotta Ruby era davvero la nipote di Mubarak....
Insomma un blocco di potere capace prima di selezionare e poi di catalizzare il peggio degli umori nazionali, volgarità e razzismo, ignoranza e arroganza. La violenza verbale e la rozzezza ideologica come veleno da iniettare goccia a goccia; l'ipocrisia sistematica come antidoto quando ci si accorge di essere stati troppo schietti. Infatti il sindaco di Diano Marina ha spiegato che la sua "era solo una provocazione". Appunto.


(Michele Serra)
 
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view post Posted on 31/3/2013, 20:38
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Noi vogliamo morire in Cinemascope

Anche a basso costo - dunque senza contrariare gli psicoragionieri delle Cinque Stelle - esistono ottime telecamerine (e giovani cameraman volonterosi e magari anche volontari) in grado di offrire immagini meno squallide, meno mutilate, meno avvilenti di quelle propinate agli italiani con l'ormai famoso streaming Bersani-Crimi. C'è un'estetica non da Camera, ma da cameretta in quell'umiliante you tube sfocato, con l'audio rimbombante, e l'occhio fisso e stupido di un portatile che non è in grado, dell'umano, di darci che una traccia quasi robotica, come nei porno fatti in casa, o nelle consolle delle guardiole di sorveglianza.
Se proprio dobbiamo essere ostaggi di questo orwellismo da operetta, che almeno ci concedano la facoltà di scegliere come essere inquadrati. Non è che pretendiamo Barry Lindon, con i tamburi che danno il passo alla fanteria e le nuvole d'Irlanda sullo sfondo. Ma qualche immagine da minimo sindacale, alla quale, dopo tutti questi anni di società dello spettacolo, ognuno avrebbe diritto, compresi i poveri Crimi e Lombardi. Ogni rivoluzione ha la sua estetica, la francese ebbe il lampo della ghigliottinae l'urlo della folla, la russa il futurismo, questi qui vorranno mica propinarci la fissità depressa e vagamente onanista del web... Ma che se lo cucchino loro, il fottuto web. Noi vogliamo morire in Cinemascope.


(Michele Serra)
 
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view post Posted on 9/4/2013, 19:17
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Un road-movie americano di serie B

Le telecronache dell’inseguimento del pullman grillino lungo raccordi anulari e autostrade sembrano la parodia di un road-movie americano di serie B, manca solamente una autostoppista avvenente e dal passato misterioso. Sembrano. Ma sono, invece, uno spietato documentario sulla impotenza dei media, incapaci di partorire e anche solo di concepire, di fronte alla renitenza grillina, qualunque strategia alternativa. Tutto è meglio di quell’avvilente elemosinare mezza frase, rubare mezza inquadratura, implorare mezza informazione. Meglio il silenzio, meglio mandare in onda un fermo-immagine di Beppe Grillo con musica classica in sottofondo, meglio un comunicato sindacale, meglio uscire al primo casello e andare a farsi due spaghi, meglio far finta che 5 Stelle non esista. Recuperare credibilità, per i media, vorrebbe dire prima di tutto recuperare dignità e autonomia di linguaggio: più rincorrono trafelati i fuggiaschi, più confermano l’idea grillina che il sistema mediatico, così come è adesso, sia infrequentabile. Quando Grillo caccia dal suo palco il cameraman indesiderato è odioso. Ma quando cameraman, fotografi e cronisti pedinano un autobus mandando in onda se stessi che pedinano un autobus, danno del diritto di cronaca un’idea talmente penosa da metterne a rischio il prestigio e l’urgenza.

(Michele Serra)
 
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view post Posted on 17/4/2013, 14:15
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Il pregiudizio dei grillini

Ma Stefano Rodotà, per esempio, è da considerarsi "un politico", e dunque un contaminato, oppure no? Capita che una delle persone più rispettate e stimabili di questo Paese, per giunta dotato di alta cultura istituzionale, sia stato, tra le tante altre cose, quattro volte deputato, presidente di un partito (il Pds) e vicepresidente della Camera. La sua intera esistenza è fortemente innervata di passione politica e di attività politica. Ha riscosso, da politico, regolare stipendio. Viene da domandarsi, dunque, se il conclave delle Cinque Stelle (webbico, ma non molto più numeroso del conclave vero), valutando la candidatura del cittadino Rodotà, abbia considerato con sospetto il suo curriculum, oppure abbia dovuto ignorarlo pur di mantenere Rodotà nella rosa.
Mi basterebbe che uno solo, dico uno solo dei militanti grillini rifletta (grazie a Rodotà o anche alla Bonino) su quanto sia assurdo considerare l'appartenenza ai partiti come una colpa o uno svantaggio. Ci sono emeriti mascalzoni e notevoli coglioni anche fuori dai partiti. Osteggiare o favorire una candidatura sulla base di un pregiudizio così ridicolo da assomigliare a una superstizione è una colpa che i cinquestellati si infliggono da sé soli. Non glielo ha ordinato il medico.


(Michele Serra)
 
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view post Posted on 2/5/2013, 12:30
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Il disastroso processo web dei Cinque Stelle

Andare in tivù da Barbara d'Urso è già una tale punizione che ogni ulteriore sanzione va intesa come crudele accanimento. Detto questo, il processo web contro il senatore Mastrangelo è, da parte dei Cinque Stelle, disastroso da qualunque punto di vista lo si guardi.
Intanto perché comprime le libertà individuali in favore di "regolamenti interni", come nei peggiori partitoni centralisti del passato. Poi perché mette in cattiva luce anche la vittima, con la quale si stenta a solidarizzare: chi accetta di far parte di strutture chiuse, non ha il diritto di lamentarsi quando la struttura si conferma tale. Infine perché sottolinea una volta di più un impaccio nel rapporto con i media che per un movimento così mediatico, così interconnesso, è penoso e paradossale.
Non è in questione l'idea- motivatissima- che l'informazione sia in larga parte deformante, o banalmente di cattiva qualità. (Lo è per tutti, democraticamente). È in questione l'idea, sconcertante, che a quelle deformazioni, a quella bassa qualità, si possa rimediare rinchiudendosi nella propria conventicola. I problemi, soprattutto quando si fa attività pubblica, si affrontano a viso aperto: prendano esempio, i Cinque Stelle, da come l'ottimo deputato Di Battista ha affrontato un'inviata di Ballarò. Con buoni argomenti e nervi saldi, l'intelligenza vince sempre.


(Michele Serra)
 
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view post Posted on 6/5/2013, 08:48
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Avete voluto le larghe intese?... E allora beccatevi la Biancofiore!

Che Berlusconi (con tutto il rispetto) non sia un padre costituente, è come dire che Califano (con tutto il rispetto) non era De André. Sono ovvietà. Per altro, se uno con il Pdl ci fa addirittura un governo, diventa abbastanza difficile interdire allo stesso Pdl il diritto di indicare il proprio capo per un incarico di grande prestigio, del quale vantarsi, all'occorrenza, con le signore. Pare di capire che molti uomini del Pd pretendano dal Pdl una specie di muta fedeltà, come Mandrake con Lothar. Che serva la causa delle larghe intese e non disturbi troppo. Che sia prestante quando si tratta di sollevare pesi e votare leggi, ma non si monti troppo la testa. Dispiace dover far presente che il Pdl, oltre a non essere Lothar, è quella cosa lì, ben nota da parecchi anni: il partito di Silvio Berlusconi, con la Biancofiore, la Michela Brambilla, il Brunetta, il Sacconie tutto il resto. Pare invece di cogliere, nell'atteggiamento del Pd rispetto ai suoi partner di governo, una sorta di amareggiata sorpresa: ma come? La Biancofiore alle pari opportunità? Berlusconi alle riforme costituzionali? Come se si aspettassero Bismarck o Churchill. Che poi, per dirla tutta, nonè neanche cortese condividere con qualcuno una tranche de vie così impegnativa come un governo, e poi fare gli schifiltosi se quello non è abbastanza di mondo.

(Michele Serra)
 
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view post Posted on 9/5/2013, 15:19
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Un giudizio politico dell'andreottismo

La silenziosa uscita di Umberto Ambrosoli dal Consiglio regionale lombardo mentre si commemorava Andreotti è uno dei più eloquenti epitaffi dello scomparso. Come è noto - ma come è salutare ricordare - il padre di Umberto, l'avvocato Giorgio Ambrosoli, liberale e monarchico, "eroe borghese" in un Paese che di eroi ha purtroppo costante bisogno, cadde sotto casa ucciso da un killer di Michele Sindona, banchiere di mafia, molto appoggiato da Andreotti. Ambrosoli, per conto dello stesso Stato per il quale lavorò anche Andreotti (un datore di lavoro, lo Stato italiano, decisamente ondivago nella selezione del personale...) era liquidatore della Banca Privata, braccio finanziario di Sindona. Sapeva, maneggiando quelle carte infette, di rischiare la vita.
In Italia si cerca disperatamente, a volte ossessivamente, la verità giudiziaria sulle tante pagine nere, gli infiniti scandali. Basterebbe, in molti casi, la verità politica a segnare il discrimine tra giusto e sbagliato. Nella biografia di Andreotti, nel suo entourage e tra i suoi compagni di potere, le persone di cattiva fama sono parecchie. Sindona li riassume tutti. Basterebbe la storia di Sindona e Ambrosoli per dare, dell'andreottismo, un giudizio politico piuttosto secco.


(Michele Serra)
 
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view post Posted on 12/5/2013, 15:56
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Sospensione della politica fino a nuovo ordine

Ai fautori delle larghe intese sfugge la folle anomalia italiana.
Qui non si tratta di superare o smussare le differenze ideologiche tra destra e sinistra, compito improbo ma concepibile in tempi di emergenza sociale. Si tratta di fare finta che non gravino, sul leader di uno dei due schieramenti, processi e sentenze; di disinnescare uno scontro ventennale non sull'Imu o altre somme e sommette, ma sull'indipendenza della magistratura e sulla giudicabilità del potere politico. Così che ad ogni stormire di scartoffia, ad ogni refolo di tribunale, tutti tremano e sono costretti a sperare che una tregua o una distrazione o un caritatevole trucco possano rimandare a chissà quando il Giorno del Giudizio, che non varrà - capite la pazzia - solo per Lui, varrà per tutti, per il governo, per la legislatura, per la destra idolatra che se lo è scelto senza fiatare, per la sinistra imbelle che se loè sciroppato finoa questa disperata partnership, per tutto lo sciagurato Paese che vive, da vent'anni, in ostaggio di un uomo che altrove (vedi Bernard Tapie in Francia) sarebbe stato rimesso al suo posto in un paio d'anni al massimo.
Ieri era Nitto Palma, oggi una sentenza, domani un nuovo scontro al penultimo sangue tra avvocati, magistrati e parlamentari sempre inchiodati alla stessa croce. È politica, questa? O è la sua sospensione fino a nuovo ordine?


(Michele Serra)
 
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view post Posted on 15/5/2013, 11:32
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Io non posso farci più niente

Si sente in giro, tra le persone in genere munite di passione civica, uno strano umore, chissà se di sfinimento, o di smarrimento, o di resa, che riassumerei così: qualunque cosa accada, io non posso farci più niente. È come se il gioco della politica fosse stato posto sotto sequestro dalle pubbliche autorità. È in mano loro, in qualche stanza chiusa, e lo si gioca a un tavolo ancora più esclusivo - se possibile - di quello al quale ci eravamo abituati: attorno al quale, perlomeno, ci si assiepava per fare il tifo, credendo o illudendoci di spalleggiare questo o quel giocatore con il calore della nostra presenza.
C'è da chiedersi se chi ha architettato questa stretta politica ("larghe intese" è quasi un ossimoro: sono state decise in molto ristretta schiera) avesse messo nel conto questo effetto di ulteriore straniamento. E, nel caso lo avesse messo nel conto, se ne è contento, perché proprio questa era la mira, levare la politica di mano a chi non è abbastanza cauto, abbastanza professionista; oppure se questa lontananza lo spaventa, ne avverte il peso, la patologica cappa di silenzio. Chi fa politica, da sempre, non può odiarla al punto di non capire che questa situazione è anormale, penosa come una partita giocata a porte chiuse, in uno stadio vuoto.


(Michele Serra)
 
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