Alla ricerca del forum perduto

Posts written by Vivanco.

view post Posted: 3/12/2020, 13:27 Patrizia Todisco ti voglio bene! - Politica

Le dieci ragioni per cui

l'accordo fra Stato e ArcelorMittal

è una "mission impossible"


L’Ilva è in un cul-de-sac.
E lo sono anche i lavoratori, i loro sindacati e il governo,
che tenterà di rasserenare gli animi di fronte a quella
che si prospetta come l'anticamera del fallimento.
Il mercato globale travolgerà infatti il nuovo accordo
e i soggetti che lo firmano.


di Alessandro Marescotti


Non è neppure necessario conoscere i dettagli del nuovo accordo fra ArcelorMittal e Governo italiano per dire già da ora che sarà un flop dal punto di vista della tutela dei posti di lavoro, della salute e dell'ambiente. Questo accordo nasce infatti solo dall'esigenza di mettere un rattoppo alla situazione disastrosa dello stabilimento, rinviandone di qualche mese il collasso definitivo. Vediamo le dieci ragioni per cui da questo accordo non vi sarà né rilancio né risanamento ambientale.
1) PIANO AMBIENTALE. Verranno concesse ulteriori deroghe e proroghe al piano ambientale, consentendo di spostare più in là nel tempo la messa a norma degli impianti.

2) CEDU. Le deroghe e le proroghe al piano ambientale renderanno l'Italia ulteriormente inadempiente rispetto alla sentenza di condanna della CEDU (Corte Europea dei Diritti Umani), sancendo uno stato di mancanza di tutela dei diritti umani fondamentali per i cittadini di Taranto.

3) BILANCI SEPARATI. L’accordo sarà firmato da ArcelorMittal Italia mentre la multinazionale ArcelorMittal escluderà ogni ricaduta di eventuali perdite di esercizio dal bilancio della multinazionale stessa; in tal modo la multinazionale non subirà danni economici che invece ricadranno unicamente sullo Stato italiano, e anche eventuali richieste connesse all’applicazione del principio “chi inquina paga” non ricadranno sulla multinazionale.

4) EQUILIBRIO FINANZIARIO. ArcelorMittal firma questo accordo con un chiaro avvertimento allo Stato italiano: la cassa integrazione (ossia lo Stato) deve pagare la manodopera eccedente e quindi l'equilibrio finanziario ricade sull'intervento pubblico, in particolare in tempo di Covid.

5) AFO5. Non vi sarà nessun impegno di ArcelorMittal a portare la produzione a 8 milioni di tonnellate e non vi sarà un aumento degli investimenti nell'AFO5, il grande altoforno spento.

6) BREAK EVEN POINT. La situazione del mercato internazionale dell'acciaio è difficilissima e ArcelorMittal si sta ritirando dalle nazioni e dagli impianti che creano problemi, quindi l'Italia viene considerata un investimento sbagliato dato che il “break even point” di 8 milioni di tonnellate/anno di acciaio non è raggiungibile; se non si raggiunge il “break even point” i ricavi sono inferiori ai costi ed è questo il problema cruciale dello stabilimento di Taranto che è competitivo solo raggiungendo un elevato “break even point”, irraggiungibile in condizioni di crisi di mercato.

7) ECCESSO DI CAPACITA’ PRODUTTIVA. Se la produzione venisse portata a 8 milioni di tonnellate/anno di acciaio con un investimento dello Stato, più della metà del prodotto rimarrebbe invenduto, dato che nel 2020 si produrranno meno di 4 milioni di tonnellate/anno per via di una strutturale crisi di mercato dovuta al Covid, che si assomma ad uno strutturale eccesso di capacità produttiva della siderurgia mondiale.

8) LA CINA E IL COVID. La Cina ha ormai conquistato una posizione di supremazia indiscussa nell'ambito siderurgico e non è pensabile che lo stabilimento di Taranto sia in grado riconquistare le fette di mercato perse e che la Cina ha ormai stabilmente occupato avendo affrontato l’emergenza covid con livelli di efficienza non paragonabili a quelli dell’Europa o degli Stati Uniti.

9) OPERAI SENZA PIANO B. Ormai cinquemila lavoratori ILVA sono fuori della produzione e lo rimarranno nei prossimi anni, e sarà un dato strutturale che creerà tensioni, spaccature e malcontento nel mondo operaio che, testardamente, non ha prospettato un piano B come scialuppa di salvataggio in questa difficile situazione.

10) GLI 8 MILIONI DI T/A. Nei prossimi anni non ci sarà futuro neppure per quelli che resteranno sulla produzione dato che non si raggiungerà il livello produttivo di 8 milioni di tonnellate/anno di acciaio; lo stabilimento non sarà competitivo e sarà gradualmente messo ai margini del mercato, con perdite di esercizio cumulative crescenti. E inoltre va considerato che un piano ambientale con una produzione di 8 milioni di tonnellate/anno di acciaio non supererebbe il vaglio di una valutazione predittiva del danno sanitario.

L’Ilva pertanto è in un cul-de-sac. E lo sono anche i lavoratori, i loro sindacati e il governo, che tenterà di rasserenare gli animi di fronte a quella che si prospetta come una “mission impossible”.

Chi avrà fiducia crederà nell’accordo, ma sarà un semplice atto di fede.

Il mercato globale travolgerà il nuovo accordo e i soggetti che lo firmano.

La vecchia ILVA è già fallita e la nuova ILVA ha perdite talmente ingenti che si replicano le stesse dinamiche del fallimento connesse ad un mercato che ha già espulso da tempo la produzione del capoluogo jonico come parte della sovracapacità produttiva mondiale da ridimensionare.


Dai dieci punti sopra elencati emerge che quello che firma il governo è un accordo formale per evitare le tensioni sociali di una fuga di ArcelorMittal dall'Italia. Ma quello che va compreso è che, a ben vedere, la fuga di Mittal c'è già stata. E’ rimasta solo la Morselli a rappresentare una multinazionale riluttante e defilata che si è da tempo sganciata dall'Italia, da quando ha visto che le perdite mensili arrivavano anche a superare i 100 milioni di euro al mese. Il Covid sarà usato come paravento per intervenire con un ammortizzatore sociale verso operai che mai più torneranno a lavorare nell’ILVA. Questa è la verità.

Sarà firmato un accordo per camuffare un sostanziale aiuto di Stato a un'azienda decotta e priva di prospettive redditizie. Il governo continuerà a pagare la cassa integrazione per una vasta area della forza lavoro e farà qualche investimento per dare l'impressione di mettere a norma gli impianti, assicurando i pagamenti per i prossimi mesi, senza tuttavia garantire i profitti, che non arriveranno mai da qui ai prossimi anni. In questa complessa situazione non è difficile prevedere che l'ombra della Corte dei Conti e della Commissione Europea calerà sull'ILVA, dato che ArcelorMittal non avrà alcuna voglia di sborsare denaro per tappare le perdite. Pagheremo i lavoratori con le nostre tasse. Sarà interessante vedere chi pagherà il fitto degli impianti. E cosa accadrà quando questo tipo di economia assistita e malamente pilotata, simile all’economia dell’ex Unione Sovietica, si scontrerà con un mercato riottoso e non governabile dai decreti del governo.

Quando le perdite di esercizio cumulate diventeranno insostenibili e si arriverà ad un nuovo fallimento, rivedremo le stesse scene di queste ore, con trattative affannose per riprendere il controllo. Ma nulla riporterà l'ILVA in pareggio e ad essere capace di pagare i suoi lavoratori con i ricavi della produzione, e men che meno l’ILVA sarà in grado fare profitti e di accantonare il necessario per ammodernare gli impianti. Se qualcuno ci riuscirà potrà ambire al Premio Nobel per l’Economia. Non è il caso di Patuanelli che avrà invece il difficile compito di guardare negli occhi i rappresentanti sindacali per provare a convincerli che i lavoratori avranno un futuro, perso ormai da tempo.


www.peacelink.it

view post Posted: 16/6/2020, 14:22 ogni momento ha la sua melodia - Oh dolce melodia che m'allieti il cuor!
Gaia Gozzi, nata da madre brasiliana e padre italiano, nota semplicemente come Gaia (Guastalla, 29 settembre 1997), è una cantautrice italiana.
Ha raggiunto la notorietà a seguito della sua vittoria della diciannovesima edizione del talent show Amici di Maria De Filippi, e per essersi classificata seconda alla decima edizione di X Factor.
Chega è contenuto nell'album d'esordio della giovane artista, Genesi.
Chega, in portoghese, significa "Arriva".



it.wikipedia.org

www.soundsblog.it

www.youtube.com

view post Posted: 6/6/2020, 11:55 Patrizia Todisco ti voglio bene! - Politica

Ex Ilva, uno scandalo che non fa scandalo

Chi fosse ArcelorMittal e quali politiche attuasse in altri paesi era noto.
A Taranto stanno facendo quello che hanno sempre fatto e i politici italiani,
ingenui e senza strategia, si sono fatti soggiogare


di Angelo Bonelli


Chi fosse ArcelorMittal e quali politiche aveva attuato in altri paesi del mondo era noto, bastava leggere quanto accaduto in Francia e lo scontro avuto con l’allora presidente della Repubblica francese Francoise Hollande che fu costretto a far approvare la legge Florange, città francese che ospitava l’impianto siderurgico della società francese Arcelor rilevata da Mittal che aveva promesso la difesa dei livelli occupazionali, ma venne poi chiusa dagli indiani. Erano note ai decisori politici italiani le diverse inchieste e processi per inquinamento che coinvolgevano il gruppo ArcelorMittal nei loro impianti in Francia, Canada, Sud Africa e Bosnia.

Bastava leggere, eppure con Carlo Calenda ministro, colui che (unico paese al mondo, ha introdotto l’immunità penale a commissari e acquirenti del siderurugico) consegnò l’ex Ilva ad ArcelorMittal. Nulla cambia con il M5S di Di Maio che, nonostante l’ammuina, conferma le decisioni di Calenda.

Accade che in meno di due anni ArcelorMittal cambia per ben tre volte il piano industriale: il 6 settembre 2018 viene firmato un accordo che prevede a regime l’occupazione di 10.700 lavoratori, il 20 dicembre 2019 viene firmata un’altra intesa in cui Mittal chiede ulteriori 5.000 esuberi in un documento dove si parla strumentalmente di svolta green, il 4 giugno arriva la terza proposta e i dirigenti del colosso siderurgico indiano chiedono altri 3.700 esuberi.

I manager indiani sono brutti e cattivi, volevano le quote di acciaio e poi chiudere? In realtà fanno quello che hanno sempre fatto, sono stati i decisori politici italiani ad essere ingenui e a farsi soggiogare, per usare un termine educato, portando così la città di Taranto a non avere bonifiche e giustizia non chiedendo il danno ambientale, a subire un’emergenza sanitaria causata dall’inquinamento che ha aumentato in modo drammatico l’incidenza dei tumori specialmente tra la popolazione infantile e a non tutelare l’occupazione.

Ex Ilva è il simbolo del fallimento di quella politica italiana che oggi grida allo scandalo quando il vero scandalo non solo è lei stessa, ma il dramma tarantino che non fa scandalo. Dal 26 luglio 2012, giorno in cui l’Ilva venne sequestrata, sono passati quasi 8 anni con ben 12 decreti salva Ilva che hanno sospeso i diritti costituzionali della popolazione tarantina, senza risolvere nulla. Alla politica italiana manca una visione strategica del futuro anche dal punto di vista industriale a differenza di quello che hanno fatto a Bilbao, Ruhr e Pittsburgh dove sono stati realizzati imponenti progetti di conversione industriale in chiave ecologica rilanciando occupazione ed economia. Perché solo in Italia la conservazione e la mediocrità blocca la modernizzazione?


www.huffingtonpost.it

view post Posted: 27/4/2020, 16:21 Occhio al video! - A ruota libera

25 Aprile, nella "Bella ciao" di Guccini

gli invasori sono Salvini, Meloni e Berlusconi


C’erano Salvini, con Berlusconi e coi fasci della Meloni. Ma noi faremo la Resistenza, oh partigiano, portali via

:clapping: :clapping: :clapping: :clapping: :clapping: :clapping: :clapping: :clapping: :clapping: :clapping: :clapping:


Francesco Guccini ha reinterpretato Bella Ciao.
Il video è stato realizzato in occasione della Manifestazione promossa da Carlin Petrini #iorestolibero.




video.repubblica.it

view post Posted: 2/12/2019, 16:13 Dacia Maraini - Fuoriclasse

daciamaraini




Dacia Maraini a TPI: “Una donna che legge libri fa paura.

Le curde esempio di libertà.

Mi piacciono le Sardine”

Scrittrice, sceneggiatrice, drammaturga.
Dacia Maraini racconta a TPI il coraggio femminile,
i viaggi che sono stati filo conduttore della sua vita
e la potenza della scrittura


Dacia Maraini a TPI: “Una donna che legge fa paura”

I tasti della Olivetti 82 sembrano ancora comporre parole e le sopracciglia folte di Alberto ti scrutano dai quadri che tappezzano Casa Moravia. È qua che incontriamo Dacia Maraini.

Con gli occhi bordati d’azzurro e un’esistenza eccezionale, che si intreccia con fatti e volti tra i più memorabili del Novecento, la scrittrice e sceneggiatrice festeggia quello che sarebbe stato il compleanno di Alberto Moravia, suo compagno per 20 anni.

In questo luogo Dacia Maraini ha cenato con Fellini (che la chiamava “Dacina”) , Mastroianni, Pierpaolo Pasolini, Bertolucci, Natalia Ginzburg, Maria Callas. Solo per citarne alcuni. Era la “comunità degli intellettuali”, nell’epoca in cui le case dovevano proteggere i dialoghi profondi tra amici.

Dalla pubblicazione del suo romanzo “La lunga vita di Marianna Ucrìa”, che è stato un successo da un milione di copie vendute, l’impegno della scrittrice per l’emancipazione delle donne è stato costante.

A TPI Dacia Maraini racconta il coraggio femminile, i viaggi che sono stati filo conduttore della sua vita e la potenza della scrittura. Confessando anche una simpatia per il movimento delle Sardine.

Siamo a casa Moravia, luogo significativo per la storia d’amore incredibile tra lei e Alberto Moravia. Partiamo da una domanda semplice semplice: che cos’è per lei l’amore?

L’amore è inspiegabile. Qualcosa che accende i sensi e ti porta a desiderare e a porre tutte le tue attenzioni su un’altra persona.

Poi l’amore viene vissuto secondo le epoche. Ma la cosa più brutta è pensare che l’amore dia la sicurezza e il possesso: questo non dovrebbe mai accadere. Se diventa possesso è una forma di schiavitù e non è più amore.

E con Alberto com’era?

C’era grande rispetto. Eravamo felici per le realizzazioni dell’altro. L’amore deve essere fatto di amicizia, di rispetto, di stima verso l’altro. Senza rispetto non esiste.

Perché l’amore si trasforma in violenza?

Perché qualcuno pensa ‘siccome io la amo, lei è mia’. Da qui nasce la violenza. Perché una donna indipendente ricorda sempre che non è di nessuno, che è libera, che è autonoma. La persona che ha identificato l’amore con il possesso va in crisi.

Gli uomini sono tutti così?

Non voglio dire tutti gli uomini, ovviamente. Non ne faccio una questione di genere, ci sono anche uomini che amano le donne.

La lotta per la parità è il fil rouge che arriva fino alle donne d’oggi…

Ci sono donne alle quali è ancora negata la parola. E il corpo del mio personaggio più conosciuto, Marianna Ucrìa, che reagisce alla violenza col mutismo, rappresenta la parola tagliata nella storia.

Noi parliamo da donne emancipate – anche se poi, a guardarci intorno, ci sono situazioni di fragilità estrema anche nel nostro mondo. Ma ci ritroviamo a gioire ad esempio perché le donne in Arabia possano cominciare a guidare: per la prima volta, non devono essere accompagnate, si affrancano dal controllo capillare maschile.

I dati sono allarmanti: perché ogni 15 minuti viene commesso un reato contro una donna?

Perché le donne siano diventate più agguerrite, più autonome. La violenza verbale si scatena proprio contro quelle che dimostrano autonomia.

Il fatto che agiscano con la testa propria, senza chiedere il permesso, senza paura, degli altri e dell’autorità, crea in alcuni uomini intolleranza.

C’è un acutizzarsi anche della violenza sessuale. Lo stupro è un’arma di guerra inventata dagli uomini: gli animali non stuprano. È un atto di umiliazione e di sopraffazione sulle donne del nemico. Quando una società è gerarchicamente organizzata in modo chiaro, gli stupri si riducono. Di stupri invece è piena la società: al cinema, nei fumetti. Quando le donne diventano autonome, scatta questo atto di guerra.

Le donne che leggono sono pericolose quindi?

Sono pericolose da sempre. La religione è stata sospettosissima: verso quelle che leggono e verso quelle che scrivono.

La scrittura rimasta sepolta nei conventi è piena di testi di bellezza esemplare, totalmente cancellati. Le mistiche hanno scritto testi meravigliosi. Che oggi, per fortuna, cominciano a uscire dai cassetti.

Nella sua vita è sempre stata circondata da donne straordinarie. Chi è la figura che più l’ha ispirata e che le viene per prima in mente?

Mia madre, una donna di un coraggio leonino. Ha convinto gli uomini del campo a fare uno sciopero della fame in un contesto nel quale già si moriva di fame. Prendeva le lenzuola, cuciva le camicie per i poliziotti pur di avere in cambio per noi una patata.

Anche quando non camminava più – avevamo il beriberi, lo scorbuto – non l’ho mai vista piangere né brontolare. Aveva tre bambine da salvare.

Lei si ritiene coraggiosa?

Cerco di esserlo.

Ultimamente si è apertamente schierata a favore delle donne curde, combattenti in Siria. Perché in particolare?

Mi piacciono molto le donne curde. Prima di tutto perché sono laiche. E siccome sono circondate da totalitarismi religiosi, il fatto che sono laiche è rivoluzionario.

Loro credono nella parità e combattono alla pari con gli uomini. E per i fanatici religiosi questo è intollerabile. Chi pensa che la donna si debba coprire, debba essere invisibile e scomparire e non partecipare alla vita sociale e politica. Per loro è inconcepibile che queste donne vadano a volto scoperto, imbraccino il fucile e combattano per la loro libertà.

Questo è un grande segnale. Lo sarebbe anche in Occidente. Ma lì in Siria molto di più. Danno un esempio di visibilità fondamentale per le donne mediorientali.

Secondo me dovremmo solidarizzare di più politicamente perché sono un modello.

Lei parlava di fanatismo. Quanto ha influenzato la religione il rapporto uomo-donna?

Le religioni monoteiste hanno portato alla misoginia. Ma non era così inizialmente. per esempio nel cristianesimo non era così: Cristo non è mai stato misogino. Le donne prendevano attivamente parte alla vita.

Poi la Chiesa è diventata patriarcale. La Madonna era vergine, la trinità è fatta da padre, figlio e spirito santo. Cioè la Madonna è stata volutamente esclusa dalla sacralità! Per non parlare della storia che la donna viene creata da un pezzo di uomo…

Le religioni monoteiste teorizzano l’inferiorità delle donne.

Che cosa manca ancora alle donne oggi per raggiungere l’emancipazione?

Una donna oggi può raggiungere ruoli di potere, può fare carriera, ma è molto difficile che riesca a ottenere il prestigio.

Un esempio lampante è il mondo letterario: è pieno di donne che scrivono, che sono considerate brave. Quando poi, però, si passa alle istituzioni letterarie, dove si stabiliscono i valori, si scelgono i modelli per le generazioni future, le donne non ci sono più. Spariscono. Ed è lì che si crea la discriminazione.

Per avere un’idea dello stato delle cose basta poi leggere le antologie destinate agli studenti: c’è ancora l’idea che donne e uomini debbano avere ruoli diversi. Il maschile viene considerato il vero valore universale, mentre il femminile solo una sua derivazione, qualcosa di inferiore.

Questo elemento si nota anche nei negozi di giocattoli. La separazione dei compiti si vede, ancora, nei giochi destinati ai bambini e alle bambine. Io credo che bisogna insistere sulla cultura: far capire ai più piccoli che un genere inferiore non esiste. E che non si può possedere nessuno.

Anche il linguaggio secondo lei influisce sulla violenza?

Basti pensare a quanti insulti prendono quotidianamente l’ex presidente della Camera Laura Boldrini, l’attivista Greta Thunberg, la senatrice Liliana Segre. Loro, che dovrebbero essere dei modelli.

I politici, soprattutto quelli più legati a un’idea tradizionale di famiglia, sono pericolosi con i loro discorsi: non sopportano l’omosessualità, non sopportano famiglie allargate, non sopportano l’identità di donna.

Salvini per esempio è violento, sta facendo male alle donne?

Non ce l’ho con una persona, non mi piace pensare che una singola persona sia il “nemico del popolo”. me la prendo però con le sue idee. E trovo particolarmente brutali i modi che Salvini ha utilizzato nei confronti di Carola Rackete: si può non essere d’accordo sul suo gesto, ma è stato un atto di coraggio, chiaramente in buona fede. La cosa grave è il tono che il ministro ha usato. Non ha espresso un pensiero con delle argomentazioni, ma attraverso gli insulti. Naturalmente quando poi il destinatario dell’insulto è una donna, si sfocia nel razzismo.

Quanto a Carola, si può non essere d’accordo con lei, ma non chiamarla “criminale”, soprattutto se si ricopre un ruolo come quello di Salvini. Se una persona delle istituzioni usa queste forme di violenza verbale, gli altri possono dire “se il ministro ha detto che è una criminale, allora va punita”.

E da qui partono gli insulti. È un crescendo: ogni violenza porta ad altra violenza, anche e soprattutto sui social. Chi governa dovrebbe dare un esempio di tolleranza e di equilibrio, di razionalità. Invece a me sembra che ci sia una sorta di ubriacatura di irrazionalità e ciò mi spaventa, mi indigna. La ragione vorrebbe che si parlasse con le idee, non con gli insulti. Questi ultimi creano un’atmosfera di guerra, anche nei confronti delle donne.

Contro questo vento reazionario stanno scendendo in piazza in migliaia con in mano delle sardine di cartone. Cosa pensa del neonato movimento delle Sardine?

Ho molta simpatia per questi ragazzi, anche giovanissimi. Hanno risvegliato un’idealismo, che viene dalle folle. L’idealismo politico non viene dagli individui, ma quando una comunità si sente parte di qualcosa e fa dei progetti collettivi e a lungo termine.

È una cosa molto forte. Unica cosa, vorrei che ora facessero anche qualcosa per invece che solo qualcosa contro. Qualcosa per le donne, per il lavoro, per la cultura, per gli asili nido, per le scuole. Va bene essere contro, ma bisogna anche creare qualcosa.

So che non vogliono essere un partito, non ha importanza. Devono dire come la pensano. Cosa farebbero se fossero al potere. Per chiarezza e per essere utili al paese.

Voglio parlare anche di una cosa che so le sta a cuore. Ho visto il bellissimo documentario sulla sua vita “Io sono nata viaggiando”. La dimensione del viaggio è quella che le appartiene di più?

Mia nonna paterna, la scrittrice Yoi Crosse Pawloska, per metà polacca e per metà inglese, era una donna incredibile.

Zaino in spalla e sacco a pelo, da sola, se ne andava in giro per il mondo, per la Persia ad esempio, e tornava avendo scritto libri interessantissimi. In famiglia ho avuto molti esempi di donne coraggiose, che prendevano in mano la vita. E la facevano propria.

I suoi “viaggi” cominciano con la sua infanzia in Giappone. Dal 1943 al 1946 la sua famiglia fu internata in un campo di concentramento. Un’esperienza che l’ha segnata per sempre?

La fame e la povertà non si dimenticano mai.

Poi però il viaggio ha significato soprattutto momenti bellissimi. Difficile ritrovare comitive memorabili, con Moravia e Pasolini, come per i suoi viaggi in Africa o in India…

Viaggi indimenticabili. Era anche un Africa diversa, con meno guerre, meno fanatismo religioso. Partivamo per scoprire anche un po’ noi stessi.

Andavamo ovunque con queste Land rover: sempre fuori dagli itinerari convenzionali. Dormivamo nelle tende, nel deserto.

Ed era bellissimo viaggiare con Pierpaolo e Alberto. Erano due persone curiose e incantate, che volevano capire e vedere e che avevano un’umiltà enorme verso la conoscenza e la diversità che bisognerebbe sempre avere quando si viaggia. Non pensarsi superiori rispetto a un mondo arcaico o selvaggio. Noi volevamo imparare da quei mondi là.

Anche Maria Callas è stata una sua compagna di viaggio. Che donna era, nel suo ricordo?

La conoscevo dal palcoscenico: pensavo fosse un drago, una donna autoritaria, potente e capricciosa. Un giorno Pier Paolo mi annunciò che sarebbe venuta con noi in Mali. Io pensai: “Oh, no. La diva no…”. Ma quando la vidi arrivare, coi jeans e la sua piccola valigia in mano, cambiai immediatamente idea. Nella vita privata aveva un candore, un’ingenuità, un infantilismo persino, che mi facevano provare verso di lei profonda tenerezza.

Fu un viaggio molto bello. Lei era innamoratissima di Pasolini, e decisa a “guarirlo” per sposarlo. Pier Paolo, del resto, non la ingannava: anche lui la amava, pur se in modo platonico, e non lo nascondeva. Una sera dormimmo nella stessa stanza: lei cominciò a confidarsi, dicendo che aveva sbagliato tutti gli amori della sua vita. “Pensi che stia sbagliando anche adesso”, mi chiese? Sì, chiaramente. Era fragilissima, timida: e questa sua tenerezza ce la faceva amare.

Quel tempo però è finito. Ma non è finito solo per me: si è perso quel senso di comunità letteraria e artistica che aveva il gusto di stare insieme.

Le reti di scrittori amici, però, esistono anche adesso…

Incontro i miei colleghi scrittori: ai festival, ai convegni, ma è un’altra cosa: quel mondo fatto da Pier Paolo Pasolini, Enzo Siciliano, da Cesare Garboli, da Natalia Ginzburg aveva la consapevolezza di essere una comunità. E si ritrovava per il puro piacere di vedersi.

Comunque, io viaggio ancora molto per lavoro.

Oggi incontra molti ragazzi nelle scuole. Alle bambine dice di viaggiare?

Certo, sempre. Il viaggio è un processo di conoscenza. E su quello bisogna puntare.

www.tpi.it

view post Posted: 24/11/2019, 16:12 Patrizia Todisco ti voglio bene! - Politica

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Nicola Zingaretti mentre ride



LETTERA APERTA A NICOLA ZINGARETTI SEGRETARIO DEL PD

Zingaretti, leggo che vuoi cambiare il PD?
Tu oggi sei il PD, lo rappresenti.
Comincia dalle tue responsabilità e dalle tue azioni per cambiarlo, così tanto per dare l’esempio.
Vieni a Taranto a salvare i tarantini come me, che si ammalano e che muoiono di tumore e che vivono nel terrore che la stessa sorte possa toccare ai loro figli e ai loro nipoti.
Vieni a salvare gli operai dell’ILVA, che si ammalano e che muoiono di tumore anche loro e che rischiano infortuni invalidanti e mortali tutti i giorni perché lavorano in un impianto industriale inquinante e fatiscente.
Quale cambiamento per Taranto speri di proporre a uno come me che ha sempre votato il tuo partito e che ha sempre creduto e (ahimè invano) sperato che la politica fosse in grado di migliorare il Paese?
Proporrai un nuovo decreto-legge che fa sconti alla Grande Industria? Un redivivo scudo penale? Una maxi azione legale contro ArcelorMittal? Una nazionalizzazione senza veri soldi e senza vere bonifiche?
Quanto altro dolore e quanti altri morti dovranno servire per convincere la politica “progressista e di sinistra”, quella che mi faceva battere il cuore da ragazzo, a fare veramente la cosa giusta per dei cittadini che non si sentono più neanche tali e che ormai non credono più né in te, né nei principi costituzionali che dovrebbero ispirare le tue scelte e il tuo cammino?
In disincantata attesa.
Un tuo disaffezionato elettore.



Ex Ilva, Zingaretti contestato a Taranto: «Vi siete genuflessi ad ArcelorMittal»



https://video.corriere.it/politica/ex-ilva...5?refresh_ce-cp
view post Posted: 17/11/2019, 10:26 Patrizia Todisco ti voglio bene! - Politica
E' giunto il momento di salvare Taranto. Cittadini e lavoratori uniti. Diffondiamo tutti insieme questo bellissimo video, una testimonianza commuovente di forza e dignità. Se vuoi bene alle persone che vedrai in queste immagini, condividi anche tu.
(Alessandro Marescotti)




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view post Posted: 6/11/2019, 16:52 Castigat ridendo mores - Una risata li seppellirà

UNO SCUDO ERGA OMNES

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Dubito fortemente che il problema per ArcelorMittal sia la mancanza dello scudo penale, o meglio questo potrebbe essere solo uno dei motivi per i quali non considera più conveniente proseguire nell'acquisizione dell'ex ILVA. Fosse solo per questo il Governo al grido sabaudo di "coraggio scapuma" è pronto a fare una prammatica ritirata ripristinandolo addirittura erga omnes.

Gianfranco Uber

view post Posted: 6/11/2019, 16:22 Edoardo Baraldi - Fuoriclasse

FUGA

Ex Ilva, ArcelorMittal lascia l'Italia.
"Scudo penale e giudici di Taranto le cause"

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https://www.flickr.com/photos/edoardobaral...in/photostream/

view post Posted: 6/11/2019, 16:19 Patrizia Todisco ti voglio bene! - Politica

Ex Ilva, ArcelorMittal comunica la volontà di recesso

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Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa di ArcelorMittal.

AM InvestCo Italy ha inviato in data odierna ai Commissari straordinari di Ilva S.p.A. una comunicazione di recesso dal contratto o risoluzione dello stesso per l’affitto e il successivo acquisto condizionato dei rami d’azienda di Ilva S.p.A. e di alcune sue controllate (“Ilva”), a cui è stata data esecuzione il 31 ottobre 2018.

Il Contratto prevede che, nel caso in cui un nuovo provvedimento legislativo incida sul piano ambientale dello stabilimento di Taranto in misura tale da rendere impossibile la sua gestione o l’attuazione del piano industriale, la Società ha il diritto contrattuale di recedere dallo stesso Contratto. Con effetto dal 3 novembre 2019, il Parlamento italiano ha eliminato la protezione legale necessaria alla Società per attuare il suo piano ambientale senza il rischio di responsabilità penale, giustificando così la comunicazione di recesso.

In aggiunta, i provvedimenti emessi dal Tribunale penale di Taranto obbligano i Commissari straordinari di Ilva a completare talune prescrizioni entro il 13 dicembre 2019 – termine che gli stessi Commissari hanno ritenuto impossibile da rispettare – pena lo spegnimento dell’altoforno numero 2. Tali prescrizioni dovrebbero ragionevolmente e prudenzialmente essere applicate anche ad altri due altiforni dello stabilimento di Taranto. Lo spegnimento renderebbe impossibile per la Società attuare il suo piano industriale, gestire lo stabilimento di Taranto e, in generale, eseguire il Contratto.

Altri gravi eventi, indipendenti dalla volontà della Società, hanno contribuito a causare una situazione di incertezza giuridica e operativa che ne ha ulteriormente e significativamente compromesso la capacità di effettuare necessari interventi presso Ilva e di gestire lo stabilimento di Taranto.

Tutte le descritte circostanze attribuiscono alla Società anche il diritto di risolvere il Contratto in base agli applicabili articoli e principi del codice civile italiano.

In conformità con il contenuto del Contratto, la Società ha chiesto ai Commissari straordinari di assumersi la responsabilità per le operazioni e i dipendenti entro 30 giorni dalla loro ricezione della predetta comunicazione di recesso o risoluzione.

www.inchiostroverde.it




Ex Ilva, ecco l’atto di citazione al tribunale di Milano

Depositato da AMInvestCo e ArcerloMittal Italia ricalca lettera Morselli. Anche con 'nuovo' scudo si recede. Accuse gravissime su Afo2

www.corriereditaranto.it
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