Alla ricerca del forum perduto

Sannacchiudere

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view post Posted on 29/11/2013, 08:58
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la serpe in seno al forumismo

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Stanotte me li sono sognati. -_-
...
...
Ma si può??? :o:

Sì, si può!!! :rolleyes:
Verdurin quando ti decidi a trasformare il sogno in realtà!
:P :D
 
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view post Posted on 3/12/2013, 09:22
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la serpe in seno al forumismo

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CICERCHIATA, STRUFFOLI

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«Il padre di Cesare Fragalà aveva aggiunto, alle sfogliatelle, anche tutte le altre specialità dolci che si mangiano a Napoli, in tutte le feste dell'anno: la pasta di mandorle o pasta reale a Natale; il sanguinaccio a carnevale; il biscotto quaresimale, in quaresima; il mustacciuolo e la pastiera a Pasqua; l'osso di morto, fatto di mandorle e zucchero candito, il giorno dei Morti; il torrone, per la festa di San Martino; e ancora tante altre, la croccante, gli struffoli, il sosamiello, tutti i dolci partenopei, a base di molte mandorle, di molto zucchero, di molto cioccolatte, dolci squisiti al palato e grevi allo stomaco, ma che sono la delizia della folla napoletana e che vanno in provincia, ogni festa, a cassette, a casse, a cassoni, a vagoni»: questo dettagliato elenco di specialità dolciarie partenopee veniva offerto nel 1890, sulle pagine del Mattino di Napoli, da Matilde Serao, in occasione della pubblicazione del suo romanzo a puntate Il paese di Cuccagna.

Il lessico gastronomico, come molti altri legati ai più diversi aspetti della vita quotidiana, suggerisce numerosi spunti per documentare l’inesauribile prolificità della sinonimia regionale. Gli struffoli e la cicerchiata ne offrono, per l’appunto, un buon esempio: sono, infatti, insieme a cicerata, pignolata, corona di s.Rita e altre, denominazioni equivalenti, diffuse in diverse regioni, di un medesimo dolce, tipico dell’Italia centro-meridionale, «fatto di palline di pasta che, fritte e legate col miele, vengono foggiate a ciambella o anche a forma di cono» (Vocabolario Treccani).

Da un punto di vista etimologico l’origine della cicerchiata può essere ricostruita con certezza: il sostantivo, infatti, è un derivato di cicerchia («Erba annua delle leguminose papiglionacee, del genere Lathyrus», Vocabolario Treccani) che, a sua volta, deriva dal latino cicercŭla, diminutivo di cicer "cece". La forma prevalentemente ovale dei frutti della pianta dà conto del nome del dolce, quasi a intendere che sia composto di una gran quantità di cicerchie (la denominazione, infatti, vale sia per la pianta che per i suoi frutti).

Diversamente, invece, nessuna certezza si è affermata per ricostruire la trafila etimologica degli struffoli: diverse ipotesi sono state formulate, ma nessuna è riuscita a imporsi. In particolare, secondo alcuni, il dolce deve essere messo in relazione con un altro struffolo, il diminutivo di struffo «piccola quantità di paglia o di stoppa, in forma di matassa, usata per lucidare il marmo»; infatti, secondo quanto afferma il D’Ascoli nel Dizionario etimologico napoletano gli struffoli derivano «dal sost. ital. “struffolo” (anche “struffo, strufolo, strufone”) indicante il “batuffolo”, sost. utilizzato per indicare il dolce per un evidente motivo di somiglianza; longobardo struff = “cosa asportata da un pezzo più grande”». Altri ipotizzano la derivazione da un latino ricostruito *tufer, di origine osca, o dal greco στρογγύλος «rotondo», per analogia di forma, altri ancora (G.Alessio), infine, la riconnettono a strofinare.

Di fronte a tanta etimologica incertezza ancor più risalta la sicurezza gastronomica profusa da Domenico Romoli, detto Panunto, nella Singolare dottrina (Venezia, 1560): «Volendo voi far due piatti di strufoli, pigliarete venti uova di gallina delle più fresche... ed abbiasi fior di farina bianca di grano sopra una tavola e mettansi dette uova in mezzo della farina e vadansi sbattendo le uova insieme con la farina tanto che incorporata se ne faccia pasta la più tenera che si possa» [GDLI].

Luigi Romani

www.treccani.it

 
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view post Posted on 23/12/2013, 18:21
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Aggiornamento sannacchiudere.

Il primo mezzo chilo di sannacchiudere è finito oggi a pranzo.
Ha avuto vita breve.
Domani se ne prepareranno degli altri sperando che superino il Natale e arrivino almeno sino a Santo Stefano.
Quest'anno niente foto, ma è stato un piacere scoprire che su internet una delle mie dell'anno scorso è stata "rubata" per parlare degli apprezzatissimi dolci natalizi tarantini.
Eccovi articolo, foto e link...


TRADIZIONE TARANTINA. "L' SANNACCHIUDERE" E LA LORO LEGGENDA

di Sabrina Blasi

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La scorsa settimana, abbiamo parlato delle pettole e della loro leggenda, oggi invece parleremo de l’ “Sannacchiudere”, dolci tipici natalizi che fanno parte della tradizione tarantina. La leggenda narra che questi dolci nacquero grazie ad una giovane donna che non avendo la possibilità di preparare un dolce vero e proprio mise insieme alcuni scarti di farina e qualche altro ingrediente e alla fine, una volta pronti, non convinta del loro sapore, decise di immergerli nel miele bollente. I figli della donna, provarono questi deliziosi dolci e trovandoli tanto buoni, rischiarono di finirli prima dell'arrivo delle festività natalizie, tanto che la donna decise di chiuderli a chiave nella dispensa dicendo ai figlioletti "s' hann a chiudere" (si devono chiudere) di lì il nome...

Un'altra leggenda invece narra che questi dolci si chiamano così perché un tempo venivano preparati dalle mogli dei pescatori (chiudd) durante le festività natalizie e che erano tanto buoni da curare qualsiasi tipo di dolore, di qui "san a u chiudd" sana al pescatore.

Ecco la ricetta:

INGREDIENTI PER 10 PERSONE

- 200 ml di olio extra vergine di oliva,

- scorza di un mandarino o di un'arancia

- 1 kg di farina 00

- chiodi di garofano macinati o cannella

- 1 busta lievito in polvere per dolci

- vino bianco quanto basta

- 1 un barattolo di miele

- confettini colorati

- Olio per friggere


Per prepararli mettere la farina a fontana su di un piano, far soffriggere l’olio extra vergine d'oliva con la buccia grattugiata dell’arancia o del mandarino, facendolo raffreddare a temperatura ambiente, versarlo poi nell'impasto assieme ad una tazzina di vino bianco, al succo dell’arancia spremuta o del mandarino, una piccola dose di cannella o di chiodi di garofano macinati e lievito in polvere per dolci. Lasciare riposare per venti minuti.

Dall'impasto poi, prelevare delle piccole porzioni da lavorare come gli gnocchi, da friggere nell'olio di semi. Una volta fritti devono raffreddare prima di essere immersi un pò alla volta nel miele riscaldato insieme a qualche cucchiaio di acqua. Infine, i “sannacchiudere” devono essere posizionati su un piatto da portata e decorati con tanti confettini colorati.

http://www.passionerossoblu.com/TRADIZIONE...1855642895.html

 
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view post Posted on 20/11/2014, 19:57
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Ma in queste feste natalizie li assaggeremo i sannacchiudere traslocati? :unsure:
Vedremo! -_-
Intanto incrociamo le dita...13023719-mano-con-le-dita-incrociate-isolato-su-bianco
 
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view post Posted on 18/12/2014, 16:46
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la serpe in seno al forumismo

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E anche quest'anno i sannacchiudere sono arrivati. :clap.gif: :clap.gif: :clap.gif: :kicking.gif: :kicking.gif: :kicking.gif: :90109szi44icluk.gif: :90109szi44icluk.gif: :90109szi44icluk.gif: :90109szi44icluk.gif: :1087.gif: :1087.gif: :1087.gif:
E sono buonissimi! :thumb_yello.gif: :thumb_yello.gif: :thumb_yello.gif: :comp26.gif: :comp26.gif: :comp26.gif:
A presto su questo forum la foto del piattone da portata colmo delle strepitose delizie... ;) :D :rolleyes:
 
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view post Posted on 13/12/2015, 15:57
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Cosa sono i Sannacchiudere tarantini e perché si chiamano così

di Fabio Romandini

sannacchiudere

Iniziate a leccarvi i baffi.

Vi racconto cosa sono i Sannacchiudere tarantini e perché si chiamano così.


Immaginate le massaie di una volta con le mani impregnate di uova e farina. Immaginatele mentre, instancabilmente, fanno danzare le dita sulla tavola in legno per impastare i Sannacchiudere, i tipici dolcetti natalizi di Taranto.

Perché Sannacchiudere? Il nome letteralmente significa “Si devono chiudere”, tanto che la storia narra che le fornaie – dopo averli sfornati – nascondevano questi deliziosi dolcetti nella dispensa. In questo modo, arrivavano intatti sulle tavole il giorno di Natale impedendo a grandi e piccini golosi eventuali incursioni.

sannacchiudere_tarantini
I Sannacchiudere tarantini


D’altronde, resistere a questi piccoli struffoli rivisitati – fritti nell’olio e affogati nel miele – è impossibile. I Sannacchiudere tarantini hanno un gusto delicato di cannella, sono croccanti esternamente ma morbidi all’interno e vengono serviti, spesso, cosparsi da zuccherini colorati.

Per completare l’opera, e deliziare ulteriormente il palato, vengono accompagnati da un vino dolce.

Se vi è venuta voglia di cimentarvi nella preparazione dei Sannacchiudere tarantini, riportiamo di seguito la ricetta – tratta dal blog di Giallo Zafferano.

Ingredienti per l’impasto:

500 gr di farina 00
100 gr di olio extra vergine d’oliva
un quarto di bustina di lievito per dolci
50 gr di zucchero
2 uova
vino bianco q.b. (circa un bicchiere)
la scorza grattugiata di un’arancia

Miele, circa 500gr, e anisette per decorare
olio per friggere

Per la preparazione vi rimandiamo, ancora una volta, al blog di Giallo Zafferano.


Photo credits: Chiara Baldassarri (img in evidenza) – Wikipedia (img interna)

www.sedicotaranto.it

 
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view post Posted on 17/12/2015, 12:36
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:clap.gif: :clap.gif: :clap.gif: :clap.gif: :clap.gif: UP !!! :clap.gif: :clap.gif: :clap.gif: :clap.gif: :clap.gif:

(Daje che ja famo!) :gif3.gif: :mf_prop.gif: :thumb_yello.gif: :311.gif: :137.gif:
 
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view post Posted on 20/12/2015, 15:17
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Sssssssshhhhhhh!!! :shifty: :B): :rolleyes:
Pare che domani sia il grande giorno. :pisolo32.gif: :pisolo32.gif: :pisolo32.gif:
Una foto, intanto, per consolare lo stomaco che sdilinguisce al solo pensiero. :mf_prop.gif: :mf_prop.gif: :mf_prop.gif:

purcedduzzi-pugliesi

 
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view post Posted on 27/12/2015, 11:28
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Aggiornamento odierno. :rolleyes:
I sannacchiudere sono oramai solo un ricordo. :unsure: :( :cry: :B):
Come da tradizione si iniziano a mangiare la vigilia di Natale
e a Santo Stefano sono già finiti. :shifty: :P
Troppo buoni!!! :thumb_yello.gif: :guitar: :wub: ;) :D
Intanto gironzolando sul web ho trovato in tema questa curiosa notizia...



“Me and my purceddhruzzi”: sapori salentini per il chitarrista di Vasco


img_archivio125122015175126


Stef Burns, chitarrista di Vasco Rossi e marito di Maddalena Corvaglia, ha postato sul suo profilo Instagram la foto del tipico piatto natalizio salentino, con un messaggio di auguri ai suoi seguaci.

Me and my purceddhuzzi wish you a Merry Little Christmas! Buone Feste a tutti voi”: con questo semplice messaggio arricchito da una foto del tradizionale piatto natalizio salentino e dall’hashtag #miasuoceramivizia, il chitarrista di Vasco Rossi, Stef Burns, marito di Maddalena Corvaglia, ha voluto rivolgere i propri auguri ai suoi seguaci di Instagram.

Una “dichiarazione d’amore” che ovviamente molti salentini hanno gradito e condiviso sui social.

www.leccesette.it

 
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view post Posted on 21/12/2016, 10:29
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Evvivaaaaa!!! :clap.gif: :clap.gif: :clap.gif:
Oggi la mia piccola Giulia sta preparando con la sua mamma i sannacchiudere.
Pancia mia fatti capanna! ;) :P :D :lol:

Video

:Felix.gif:

 
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view post Posted on 1/1/2017, 07:38
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Il 25 non c'erano gia piu! :o: :cry: :lol:
 
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view post Posted on 3/1/2017, 09:54
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la serpe in seno al forumismo

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:mf_prop.gif: :Felix.gif: :mf_prop.gif:
 
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